Lavoro, la testimonianza raccolta dai social
Il nostro giornale è da sempre impegnato a dare voce ai lavoratori e alle lavoratrici che subiscono ingiustizie, e la cui professionalità è stata calpestata. 'Merito' di datori di lavoro spietati, legati ancora al concetto, che nel tempo hanno plasmato, deformandolo a loro piacimento, di gavetta. In base a cui i giovani di oggi dovrebbero piegarsi a subire qualsiasi tipo di trattamento, paga, orari. In virtù di un sacrificio, per raggiungere cosa non è chiaro, che viene richiesto loro, quello sì, a tempo indeterminato. Inchiodati per anni a promesse a cui pure si piegano, per paura di perdere anche quella minima iniezione monetaria di cui dispongono. Datori che sfruttano impietosamente la pazienza e la perseveranza di migliaia di giovanissimi, diseducati al mondo del lavoro, provenienti da famiglie senza strumenti, a cui non possono chiedere una mano.
Abbiamo intercettato una testimonianza a cui diamo risalto, perché spontanea e non costruita o cambiata dalla narrazione semplicistica dei salotti tv, che dipingono le nuove generazioni come una massa di scansafatiche orgogliosi. Un giovane, di cui ovviamente copriamo il nome in rispetto della sua privacy, ha voluto condividere sul gruppo Facebook Basta annunci generici o truffa, la sua ultima esperienza lavorativa in una palestra. Non è chiaro quale fosse la posizione che ricopriva, mentre lo è il compenso: 4 euro all'ora.
"Ho lasciato il mio lavoro: il datore mi pagava 4 euro l'ora"
La testimonianza si apre così: "Ho appena detto al titolare della palestra in cui lavoro che non voglio più andarci. Il compenso è esattamente 4 euro all'ora, in un'Italia sempre più cara. Sono laureato in Scienze Motorie, ma in palestra vale meno di 0 la mia laurea. Proprio perché la triennale mi ha dato basi di anatomia, biochimica e didattica, ma a livello pratico in palestra non mi ha dato nulla. A prescindere che feci 10 giorni di prova non retribuiti. Sto pensando di trasferirmi seriamente all'estero, perché qui non ci vedo nessun futuro. Nel 2025 non si può pagare da schiavi: ci vorrebbe una rivolta in tutta Italia".
Come non appoggiare la scelta di questo ragazzo? Laureato, volenteroso, e anche disposto al sacrificio, considerando quei 10 giorni non retribuiti che non ha preteso (anche se avrebbe potuto, e dovuto). Quattro euro all'ora, tutto quello che il suo datore si è spinto a dargli. "Non bisogna accettare retribuzioni del genere, altrimenti non finirà mai", commenta un utente, che c'entra un punto fondamentale. Questa potrebbe essere la base di partenza per provare a cambiare la mentalità di certi dinosauri del lavoro. "Ti auguro di lasciare questo paese e di trovarti bene dove andrai. Questo è un paese fallito sotto tutti i punti di vista", scrive qualcun altro.
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