Toscana, negozio chiude dopo più di mezzo secolo: il web condanna i piccoli commercianti

Toscana, un'altra storia di chiusura di una storica attività: la vicenda dalla provincia di Siena

Tra le tematiche che stanno molto a cuore a questo giornale c'è senz'altro quella della crisi del commercio. Piccoli negozianti costretti ad abbassare per sempre la saracinesca del loro negozio, dal momento che ormai non ha più senso restare aperti. La motivazione la conosciamo tutti, dal momento che siamo tutti coinvolti: ciascuno di noi avrà effettuato almeno un acquisto online nell'ultima settimana. E ogni pacchetto ordinato e spedito dalle grandi multinazionali, rappresenta una goccia che scava sulla roccia, un tempo solida, delle piccole attività. Che si ritrovano, così, vuote, ad affrontare costi altissimi di gestione e di mantenimento di un negozio. Che per tantissimi diventa più un peso da portare avanti, che un'attività florida che dà rendita.

Toscana, chiude negozio di abbigliamento dopo 56 anni di attività

Una nuova storia di fallimento arriva da Siena, ed è stata resa nota da La Nazione. A chiudere per sempre la sua attività dopo, pensate, 56 anni di apertura, è una donna di 89 anni. La proprietaria, Delia, dopo tutta la vita passata nel suo negozio di abbigliamento, oggi, vuoi per l'età, vuoi per il fatto che non conviene più, decide di chiudere il suo negozio. La testimonianza che ha fornito parla di una crisi irreversibile, del fatto che ormai, se ne è resa conto anche una donna della sua età, nessuno più ama comprare nei negozi fisici, ma preferiscono tutti fare shopping comodamente seduti dal divano, tramite un app di acquisti.

NEGOZIO

La crisi

I piccoli commercianti in Italia affrontano numerose difficoltà che spesso li costringono a chiudere le loro attività. La competizione con i grandi marchi e il commercio online rappresenta una sfida enorme: piattaforme come Amazon e la grande distribuzione organizzata offrono prezzi competitivi e una vasta scelta, attirando i consumatori lontano dai negozi tradizionali. A ciò si aggiunge l’aumento dei costi di gestione, come affitti elevati, bollette sempre più care e una pressione fiscale particolarmente gravosa. Anche la burocrazia complessa rende la gestione di un negozio fisico molto impegnativa, con numerosi adempimenti fiscali e normativi che sottraggono tempo e risorse. Le abitudini dei consumatori stanno cambiando: molti preferiscono la comodità degli acquisti online o nei centri commerciali, mentre i centri storici si svuotano, riducendo la clientela.

La crisi economica, amplificata dalla pandemia di COVID-19, ha peggiorato ulteriormente la situazione, causando una drastica riduzione degli introiti e spesso l'accumulo di debiti. Inoltre, molti piccoli commercianti faticano a innovarsi, con una scarsa digitalizzazione e strategie di marketing poco efficaci che li rendono meno competitivi. Per sopravvivere, servirebbero incentivi governativi, sgravi fiscali, sostegni alla digitalizzazione e una maggiore valorizzazione dei prodotti locali. Nonostante tutto, i piccoli negozi rappresentano un valore culturale ed economico essenziale per le comunità italiane, ma senza un intervento concreto rischiano di scomparire, impoverendo i territori in cui operano.