La pescivendola più bella d'Italia risponde agli animalisti: "Perché alzavo il polpo in quel modo"

La pescivendola più bella d'Italia risponde alle critiche degli animalisti

"Sono stata messa sotto accusa per qualcosa che non mi appartiene: hanno gettato fango su di me, dipingendomi come una persona crudele. Come se fossi un criminale: io non ho mai seviziato nessun animale". Queste le parole di Carmela Fabbraro, alias la 'pescivendola più bella d'Italia', come si è autoincoronata lei stessa sui social. Un profilo, il suo, che fino alla settimana scorsa vantava oltre 200mila follower, ma che oggi è stato chiuso dal social cinese. Forse l'aspetto meno rilevante di questa storiaccia, cominciata quando nella pescheria di Casoria di 'Donna Carmela' si è presentata una troupe del programma Mediaset Le Iene, in compagnia di un attivista per i diritti degli animali, Enrico Rizzi. Costui ha accusato Carmela e il marito Luigi di seviziare il pesce in vendita. E le 'prove', secondo l'animalista, sarebbero i video pubblicati dalla commerciante, in cui, accusa Rizzi, la donna avrebbe 'torturato' polpi e gamberi per un balletto da migliaia di views.

L'incursione dei due si è conclusa con l'intervento dei Carabinieri, chiamati dai negozianti. Il caso è scoppiato, e in poche ore Carmela, da che era la pescivendola più bella d'Italia, si è ritrovata ad essere la pescivendola più accusata d'Italia. Ma la commerciante si difende, e in un'intervista rilasciata poco fa a Mattino Cinque, racconta la sua versione dei fatti.

La replica della pescivendola più bella d'Italia: "Era solo per mostrare la freschezza del prodotto"

"Adesso ho paura anche di camminare per strada, perché potrei incontrare un animalista. Sono stata descritta come una persona cattiva che ho seviziato gli animali: io ho soltanto alzato il polpo per mostrare un articolo fresco. Non l'ho seviziato né maltrattato: ho una sensibilità, cosa che loro non hanno avuto nei miei confronti", dice la donna ai microfoni della trasmissione Mediaset, riferendosi a Rizzi e Le Iene. "Sono entrati con violenza nella mia pescheria mentre noi lavoravamo: i Carabinieri li ho chiamati io, perché per oltre un'ora non mi facevano lavorare. I clienti se ne sono andati via, alle chiamate che arrivavano per prenotare del pesce non potevo rispondere, perché loro continuavano a puntarmi il dito come se fossi veramente un criminale".

"Sinceramente siamo molto confusi: non riusciamo nemmeno a lavorare bene. Le persone che vengono ci fanno domande, come se fossimo dei criminali. Vendere così ti demoralizza: siamo letteralmente scioccati", aggiunge Luigi. "Neanche una zanzara uccido: non ho mai fatto del male a nessuno, ho tanto rispetto per gli animali. A casa ho un cane: tutto questo è assurdo. Ho la coscienza pulita: non ho sbagliato a fare nulla. Allora dobbiamo rendere criminali anche un pescatore, i ristoratori, i consumatori?".