Alessandro Cecchi Paone è un massone: lo ha detto lui stesso nel corso del podcast con Fabio Rovazzi, Marco Mazzoli e Enrico Ruggeri
"Sono massone, sono orgoglioso di esserlo e non mi nascondo". Lo ha detto Alessandro Cecchi Paone nel corso del podcast '2046 podcast' condotto da Fabio Rovazzi e Marco Mazzoli. In questa puntata, che ha visto la partecipazione anche di Enrico Ruggeri, Cecchi Paone ha parlato senza peli della lingua della sua attività non esattamente pubblica.
Alessandro Cecchi Paone: "Sono un massone"
"Io sono maestro massone, quindi un massimo grado della massoneria. In più sono un maestro architetto del rito simbolico, che è un ulteriore crescita di diciamo di grado di potenza massonica. E questo è nella storia della mia famiglia", spiega candidamente Cecchi Paone. Che prosegue nella sua spiegazione, senza porsi nessun tipo di freno: "Tu puoi essere cattolico, puoi essere ateo, puoi essere tante cose. Se sei massone, credi nella libertà, nell’uguaglianza, nella fraternità, nel progresso, nei diritti umani, nei diritti civili. In Italia la massoneria è stata fondata da Mazzini e Garibaldi: credo di non dover dire altro", prosegue Cecchi Paone.
"Indossiamo il cappuccio nei riti di iniziazione, ma non facciamo i sacrifici"
"Quindi sono massone, sono orgoglioso di esserlo e non mi nascondo”. Stupiti da questa rivelazione, gli speaker commentano quando detto da Cecchi Paone. "Molto interessante questa cosa", dice Rovazzi, seguito da Mazzoli, che dice: "C'è tanta ignoranza in Italia: uno si immagina il massone che fa i sacrifici, che indossa il cappuccio".
"Esattamente", conferma Cecchi Paone: "I sacrifici non li facciamo, ma il cappuccio nero coi buchi negli occhi lo usiamo". Frase che suscita ancor di più la meraviglia dei suoi interlocutori, che chiedono di saperne di più. Il giornalista li accontenta: lo usiamo, dice, "perché in certe fasi non possiamo dire tutto. Se arriva un profano, come in questo caso siete voi, non è un'offesa, prima che il profano si confermi massone e venga accettato come massone, non deve sapere chi sono gli altri massoni. Poi a un certo punto c'è un bellissimo gesto: quando finisce il rito di iniziazione, facciamo tutti insieme: "Uno, due, tre: via!", ed escono le facce".