Crollo a Scampia, il dramma nella Vela 'migliore' del quartiere: "Oltre il danno, la beffa"

Scampia, la Vela Celeste non sarà abbattuta: nel programma Restart è prevista la sua riqualificazione

E' il giorno della rabbia a Scampia, mista al dolore per la perdita di vite umane, e alla paura di un bollettino che si sta già allungando. All'indomani del crollo di un ballatoio avvenuto nella notte di lunedì nella Vela Celeste del quartiere a Nord di Napoli, è impossibile tenere a freno l'amarezza, la furia che anima i dimenticati. Quelli di cui ci si ricorda solo quando avvengono le disgrazie. Nel cedimento, terribile, hanno perso la vita il 29enne Roberto Abbruzzo e la 35enne Margherita Della Ragione, zia e nipote. Ed è di poco fa la notizia di una terza vittima: Patrizia Della Ragione, 53 anni, anche lei appartenente al medesimo nucleo familiare delle altre due vittime (la donna era la madre di Roberto Abbruzzo e zia di Margherita Della Ragione). Si allunga, così, tragicamente a 3 il numero dei morti. Cresce intanto la paura per la sorte delle 7 bambine rimaste ferite, schiacciate dal cemento crollato all'improvviso. Due di loro versano in condizioni critiche, ricoverate all'ospedale pediatrico Santobono Pausilipon.

Se una parte della città prega per la sorte dei feriti, l'altra punta il dito contro quello che finora non è stato fatto. E ricorda il grande lavoro che ancora c'è da fare per rendere Scampia un quartiere giusto, eliminando l'emergenza abitativa che lo ha sempre attanagliato. Gli occhi dell'Italia sono ora fissi sul quartiere delle Vele, ma probabilmente i riflettori si spegneranno tra qualche giorno, quando il clamore si sarà spento. La vita di chi vive in questi ecomostri, però, rimarrà la stessa. L'evento tragico che ha colpito il quartiere segna una profonda ferita, per la quale ora l'amministrazione è chiamata a intervenire con urgenza.

 

Scampia, la rabbia dei cittadini: "La Vela Celeste? La 'migliore' delle tre: immaginatevi le altre due"

Oggi si parla di Vele, ma a Scampia esiste un problema generale di vuoto amministrativo. Dallo sversamento giornaliero di rifiuti, che diventano puntualmente roghi tossici, alla presenza di amianto nelle vetuste case popolari, in cui l'abusivismo è una piaga che ha rosicchiato ogni cosa. A Scampia quello che c'è è partito sempre dal basso: il Centro Antiviolenza Dream Team - Donne in Rete (da noi intervistato l'anno scorso) parchi pubblici destinatari di premi internazionali come il Corto Maltese, associazioni di cittadinanza attiva che aiutano ogni giorno decine di indigenti.

Scampia (1)

Giuseppe Mancini è a capo del Coordinamento Territoriale Scampia, una di queste realtà civiche, che esiste da anni, e che si batte per tutte le problematiche che riguardano il quartiere. Il dolore è grande, dice, ma a prevalere, in queste ore, è un sentimento di rabbia. "Il progetto Restart Scampia partiva da molto prima, e gli abitanti delle Vele negli anni hanno sempre protestato per andare via da queste abitazioni. Da subito si sono resi conto delle condizioni delle strutture. Oggi, nel 2024, siamo ancora qui a parlare della sicurezza delle Vele, e ancora non c’è soluzione. Restart è sempre stato rinviato, anche dopo la pandemia non è mai ripartito come avrebbe dovuto".

"La vera beffa è che le Vele al centro del progetto Restart sono tre: di queste, la Celeste, quella in cui è avvenuto il crollo, è l’unica che rimarrà in piedi, mentre la Gialla e la Rossa saranno abbattute. La Celeste è stata salvata dall’abbattimento ed è stata indirizzata verso una riqualificazione, perché ritenuta in condizioni migliori delle altre. Possiamo, quindi, solo immaginare lo stato in cui versano le altre due. In che condizioni sono quegli edifici in cui attualmente ci vivono centinaia di famiglie? Di sicuro, conoscendo i tempi della burocrazia italiana, si perderanno giorni per capire le cause del cedimento, e individuare gli eventuali colpevoli. Si perderà tempo utile per la riqualificazione: ora si ferma tutto di nuovo".