Termina la latitanza di Giacomo Bozzoli: l'imprenditore acciuffato dai carabinieri di Brescia, era nascosto nel cassone del letto della sua dimora sul Garda
E' terminata sotto a un letto la latitanza di Giacomo Bozzoli, 39enne imprenditore bresciano su cui da una decina di giorni pendeva un mandato di cattura internazionale. L'uomo risultava, infatti, latitante dopo essere stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di suo zio, Mario.
La cattura di Bozzoli è avvenuta nel pomeriggio di ieri: il blitz dei carabinieri di Brescia si è consumato a Soiano del Lago, dimora dell'uomo, dove costui si era nascosto dopo il suo rientro dalla Spagna, dove si trovava in vacanza con moglie e figlio.
Il 39enne si era rannicchiato nel cassone di un letto: ritrovato seminudo e con un borsello contenente 50mila euro in contanti, Bozzoli è stato, infine, consegnato alla giustizia.
Giacomo Bozzoli, latitanza finita: arrestato dopo 10 giorni di fuga
L'imprenditore condannato al carcere a vita per l'uccisione del suo familiare, avrebbe dimostrato una certa disperazione alla cattura da parte dei carabinieri. Tanto che, una volta trasferito al penitenziario di Canton Mombello, è stato sistemato in una cella singola sorvegliato da un agente, per evitare che potesse compiere gesti di autolesionismo.
Restano, intanto, ancora da chiarire numerosi aspetti di questa vicenda. Innanzitutto, come Bozzoli abbia fatto a rientrare dalla Spagna in Italia. In secondo luogo, sparita, per il momento, la Maserati di sua proprietà.
L'omicidio
L'omicidio per il quale Giacomo Bozzoli è condannato a scontare la pena dell'ergastolo è avvenuto l'8 ottobre 2015. La vittima, lo zio del 39enne, si è consumato nella fonderia di famiglia a Macherno. Complici due operai, che avrebbero aiutato Bozzoli a far sparire il corpo della vittima, gettandolo in un forno. Uno dei due si sarebbe poi tolto la vita qualche giorno dopo. Uno dei due operai si era tolto la vita pochi giorni dopo la morte dell’imprenditore.