Festa dei lavoratori, intervista a Zoello Forni, presidente nazionale ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro)
Oggi, 1° maggio 2024, si celebra la Festa dei lavoratori. Un'occasione preziosa per ribadire l'assoluta e primaria importanza della sicurezza sul luogo di lavoro, a fronte di un 2024 già drammatico dal punto di vista delle cosiddette morti bianche. Uomini e donne che tutti i giorni perdono la vita, lavorando. Sulla tematica abbiamo contattato ANMIL, l'Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro. L'intervista di Tuttonotizie al presidente nazionale Zoello Forni.
Festa dei lavoratori, Zoello Forni (ANMIL): "I controlli non riescono a intercettare le violazioni prima che si trasformino in tragedie"
Nel nostro Paese le leggi ci sono, ma spesso mancano di efficacia o non vengono pienamente rispettate. Il decreto 81/2008, il Testo Unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, è una delle normative più complete. Anche se a distanza di ormai 15 anni dalla sua emanazione ancora non sono stati adottati importanti decreti attuativi. Inoltre, i controlli non riescono a raggiungere capillarmente tutte le aziende e a intercettare le violazioni prima che si trasformino in tragedie. Per questo è sempre auspicabile un rafforzamento delle attività ispettive, finalizzato favorire l’emersione di rapporti di lavoro irregolari, a evidenziare la correlazione tra irregolarità e insicurezza e a perseguire con più efficacia le violazioni delle norme a tutela dei lavoratori. Ciò sia in ottica sanzionatoria di quelle condotte illecite conseguenti a violazione delle norme, sia in ottica preventiva, per anticipare il verificarsi di incidenti anche gravissimi eliminando le situazioni di irregolarità.
Un problema culturale
Dove nasce il corto circuito?
Crediamo che il problema sia prima di tutto culturale e di percezione della prevenzione. Le norme sono spesso inosservate in sprezzo della tutela dei lavoratori, viste come un inutile appesantimento del lavoro a scapito della produttività. E’ difficile superare l’idea, ancora fortemente sentita, che tali adempimenti non abbiano un positivo riscontro nell’economia di un’impresa. Purtroppo, sono anche frequenti atteggiamenti di sottovalutazione dei pericoli da parte degli stessi lavoratori: la fretta, la disattenzione, l’eccessiva fiducia nella propria esperienza e la convinzione che a noi non possa mai capitare sono elementi ricorrenti di tante tragedie. Per questo l’ANMIL è da sempre fermamente convinta dell’importanza di dare centralità alla diffusione della cultura della sicurezza, come veicolo di azioni positive in grado di arginare questi tragici eventi agendo sui comportamenti e sulla percezione del rischio che ognuno di noi dovrebbe avere in ogni ambito della vita.
La didattica della testimonianza
Cosa fare nel concreto?
Riteniamo sia necessario inserire in tutte le attività formative nelle aziende e nelle scuole le testimonianze delle vittime del lavoro, che cambiano il paradigma e scuotono le coscienze di tutti. La formazione offerta sui luoghi di lavoro è essenzialmente burocratica e nozionistica, se non addirittura fatta di carta e di attestati a pagamento. Purtroppo la maggior parte dei formatori alla sicurezza oggigiorno è costituita da tecnici che forniscono nozioni, senza un reale coinvolgimento dei destinatari della formazione. In questa logica, dovrebbe invece imporsi una nuova didattica, quella della testimonianza, capace di arricchire i programmi formativi previsti dalla legge con il coinvolgimento emozionale, che renderà indelebile nella mente del corsista la formazione e la necessità di focalizzarsi non sulle nozioni, ma sulla consapevolezza della centralità della prevenzione.
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