Puglia, Giuseppe Difonzo condannato per aver ucciso la figlioletta neonata
Un caso doloroso che si riapre a sorpresa, dopo 8 anni dal reato. Stiamo parlando della morte della piccola Emanuela, morta ad appena 3 mesi di vita. La neonata è stata uccisa dal papà oggi 36enne Giuseppe Difonzo, originario di Altamura, Puglia.
La bambina è deceduta per soffocamento: l'omicidio si sarebbe consumato in ospedale, dove l'infante si trovava ricoverata, la notte tra il 12 e il 13 febbraio 2016.
Una morte che, forse, si poteva evitare: il papà killer avrebbe infatti tentato di uccidere la figlioletta già altre due volte. La prima volta, quando la bambina aveva appena un mese di vita. L'uomo, per questo caso agghiacciante, era stato condannato in un primo momento a scontare 16 anni di carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Ipotesi che era poi stata riqualificata 4 anni fa, quando, nel settembre 2020, i giudici di appello convertirono l'accusa in omicidio volontario premeditato. In quell'occasione, a Difonzo fu dato l'ergastolo. Due anni dopo, nel marzo 2022, la condanna si ribalta del tutto: la Corte di cassazione decide l'annullamento della pena e dispone la scarcerazione dell'imputato.
Puglia, uccise la figlioletta di 3 mesi. Arriva la nuova condanna: 29 anni di reclusione a Giuseppe Difonzo
Ieri, ecco un altro capitolo della vicenda: un nuovo processo di appello (Corte d’Assise d’Appello di Bari) ha deciso per una condanna a 29 anni di reclusione. Difonzo, dal canto suo, si è sempre proclamato innocente. "Noi riteniamo che le cause del decesso siano naturali", dice l'avvocato dell'uomo, intervistato a La Vita in Diretta. "Una condanna a una pena altissima: il mio assistito non se lo aspettava, e io nemmeno. Dopo una cassazione che aveva annullato, punto per punto, la precedente condanna all’ergastolo. Non c’è neanche in astratto il pericolo di fuga del mio assistito: da due anni è sempre stato qui", motiva il legale.
L'omicidio
La bambina è stata soffocata durante il ricovero in ospedale, dove si trovava da più di due mesi. Emanuela soffriva, infatti, di ripetute crisi respiratorie. Condizione gravissima per una bimba così piccola che, secondo l'accusa, sarebbe stata provocata proprio dal padre, nei precedenti tentativi di ucciderla. Una morte che, forse, si poteva evitare: il papà killer avrebbe infatti tentato di uccidere la figlioletta già altre due volte. La prima volta, quando la bambina aveva appena un mese di vita. A Difonzo è stata diagnosticata la sindrome di Munchausen per procura, che consiste nel fare del male agli altri per attirare su di sé tutta l'attenzione.
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