Un cittadino ha denunciato sui social l'incredibile mandato d'arresto tramite e-mail che ha ricevuto: cosa c'è che non va.
L'avvento di Internet ha rivoluzionato le nostre vite. Ciò che prima richiedeva tempo prezioso, oggi può essere fatto con un semplice clic. L'acquisto di un regalo, il pagamento di una bolletta, la prenotazione di un viaggio: il web ci offre possibilità illimitate. Allo stesso tempo, però, Internet è anche un luogo molto insicuro e pieno di insidie.
Truffe e inganni ai danni degli utenti del web sono all'ordine del giorno. E, in alcuni casi, possono essere davvero assurde. Il problema di Internet è che non possiamo mai sapere con certezza chi si trova dall'altra parte dello schermo e persone malintenzionate possono camuffare la propria identità reale con l'obiettivo di truffare persone ingenue e inesperte. Per fortuna, però, tanti utenti del web sono molto attenti e, come nel caso che vi stiamo per raccontare, non si lasciano ingannare.
Mandato d'arresto per e-mail: a cosa stare attenti
Massimiliano Dona, avvocato specializzato in tutela dei consumatori, ha condiviso sui social una strana e-mail che ha ricevuto un comune cittadino. L'oggetto della missiva virtuale è estremamente minaccioso: in stampatello è scritto "MANDATO D'ARRESTO". Per dare una parvenza di ufficialità alla comunicazione, è aggiunta anche la scritta 'messaggio certificato'. Quando il cittadino ha aperto l'e-mail, è rimasto sbalordito dal suo contenuto. Il messaggio, scritto da fantomatici Carabinieri, presenta un documento allegato che il cittadino viene invitato ad aprire per scoprire quali sono i documenti da inviare alle forze dell'ordine.
Ovviamente, il cittadino non ha aperto il documento allegato e ha condiviso il tentativo di truffa con l'avvocato. Qualora lo avesse fatto, avrebbe scoperto che, probabilmente, i malfattori richiedevano l'invio dei documenti di identità con i quali, poi, avrebbero messo in atto delle truffe. Innanzitutto, le forze dell'ordine non inviano mai i mandati di arresto tramite posta elettronica. Inoltre, il messaggio è scritto in un italiano decisamente discutibile il che fa pensare che probabilmente i malfattori non padroneggiano al meglio la nostra lingua. Nella prima frase viene usata la seconda persona plurale per comunicare con il cittadino, nella seconda, invece, la terza persona singolare. Inoltre, nell'intestazione non è presente il nome e il cognome del cittadino ma un generico "Signore". Questo perché i truffatori non sono in possesso dei dati personali della loro vittima. Quindi, bisogna sempre diffidare da queste e-mail che hanno la pretesa di essere ufficiali. Non solo quando provengono da presunte forze dell'ordine ma anche quando sono scritte da banche, uffici postali e via dicendo.
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