Striscia sull'emergenza borseggiatori a Roma: l'intervista di Jimmy Ghione a una guida turistica
Possiamo affermare, senza rischiare di essere definiti esagerati, che a Roma, ma così come a Milano, esiste una vera e propria emergenza borseggiatori. Parliamo di gruppi di piccoli criminali che si aggirano a bordo soprattutto delle metropolitane, ma anche di bus, per fare incetta de beni personali dei passeggeri. Un fenomeno ormai risaputo: se fino a qualche mese fa tanti utenti venivano colti alla sprovvista, oggi chi viaggia in metropolitana sa di doversi tenere molto stretto il marsupio, la borsetta o lo zaino che porta con sé, e di dover assolutamente nascondere orologi, cellulari, Airpod, e tutti gli oggetti di valore che ciascuno ogni giorno si porta dietro. In agguato, ad ogni singolo viaggio, potrebbero esserci questi balordi che, ormai, stanno rendendo impossibile la vita di chi si sposta con i mezzi di trasporto pubblico.
La testimonianza raccolta da Jimmy Ghione di Striscia la Notizia è esemplare. L'inviato del tg satirico di Canale 5 ha infatti intervistato una giovane che di mestiere fa la guida turistica, ed è quindi abituata a viaggiare ogni giorno in metropolitana. Sentite che cosa ha detto.
Striscia sull’emergenza borseggiatori a Roma, la guida turistica: “La prendiamo nel sottopassaggio”
“Sono una guida turistica, per cui prendo la metro tutti i giorni. Sabato, mentre tornavo a casa dal lavoro, a Termini mi sono sentita seguita da qualcuno. Mi sono fermata, e ho visto delle persone che mi seguivano velocemente. Mi sono fermata, ho preso le scale e ho sentito un uomo che parlava all’altro in rumeno. Io sono rumena, per cui capivo tutto quel che si dicevano”, racconta la guida turistica a Striscia la Notizia. “Adesso la prendiamo nel sottopasso”, dice uno dei balordi.
Sentendo queste parole la ragazza resta pietrificata: i due quindi si accorgono che la loro preda si è accorta di tutto. “Mi sono guardata intorno, e ho pensato che dietro non potevo tornare. Gli ho detto: “Capisco la lingua, voglio solo arrivare tranquilla a casa”. Ho iniziato a piangere, e ho chiamato il 112, ma nessuno ha risposto. Ho quindi chiesto al personale Atac di starmi accanto finché non sarebbe arrivata la metro. Tutti i giorni prendo la metropolitana, e vedo minimo 20 borseggiatrici, le solite che ormai conosciamo tutti. Ma anche i sudamericani: hanno dei bodyguard, almeno tre uomini che li proteggono casomai qualcuno dovesse intervenire. Ho paura di prendere la metro, ormai anche i turisti sanno di questa situazione. Anzi, dicono loro a me di stare attenta alle borseggiatrici. L’altro giorno una signora 70enne australiana non poteva neanche andare in ambasciata a prendere i documenti, perché le avevano rubato tutto”.
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