Una donna con partita IVA ha provato ad accedere al bonus mamme ma la risposta della commercialista ha infranto le sue speranze: la denuncia.
Lo Stato italiano, per aiutare le famiglie e i cittadini con maggiori difficoltà economiche, mette a disposizione dei comodi bonus che alleggeriscono le spese sulle spalle delle famiglie. Per esempio, per fronteggiare il problema del caro benzina, è stato attivato il bonus benzina che permette alle famiglie con un determinato reddito di accedere a un aiuto di 200 euro per l'acquisto del carburante. In altri casi, le misure di supporto vengono introdotte per determinate categorie di persone.
Questo è il caso del bonus mamme, una misura che prevede l'esonero della contribuzione previdenziale fino a 3.000 euro per le lavoratrici madri. Di solito, la presentazione di queste domande è un'operazione tutt'altro che semplice e, per questo, ci si affida ai CAF oppure ai commercialisti. Così, una donna madre che ha la partita IVA si è rivolta al suo commercialista per accedere a questa misura ma ha ricevuto una risposta inaspettata.
La risposta della commercialista sul bonus mamme per chi ha partita IVA
La denuncia di questa signora arriva dalla pagina Facebook Autonomi e Partite Iva - Eugenio Filograna. La commercialista, come ha raccontato la donna, le ha spiegato che al bonus possono accedere solo le dipendenti. Lei, in qualità di detentrice di partita IVA, è, quindi, esclusa. La donna madre si è sentita fortemente discriminata da questo requisito. "Noi mamme con ambizione di aprire una partita Iva cosa abbiamo fatto di male? Dobbiamo lavorare il doppio per portare a casa uno stipendio", si è sfogata la signora. "Non c'è nessuno che si mette una mano nel cuore per aiutare le partite IVA, tanto meno le donne imprenditrici che crescono dei figli", ha denunciato la signora che, infine, ha anche rivelato di star perdendo le speranze.
In effetti, sappiamo che il mondo delle partite IVA è tutt'altro che semplice e chi decide di intraprendere questa strada deve fare molti sacrifici. Nei commenti al post, altre donne con partita IVA hanno denunciato una situazione simile. "Anche io partita IVA (aperta da poco quindi pochi contributi versati), sono incinta, chissà quanto prenderò di maternità e soprattutto se la prenderò", ha raccontato una donna. "Io ho partorito un po' di anni fa ma dopo 3 giorni ero già nel mio negozio e mi sono portata dietro sempre mio figlio perché l' ho allattato fino a 17 mesi", ha spiegato un'altra signora. Insomma, i sacrifici di chi ha la partita IVA sono tanti mentre, a quanto pare, le tutele che ricevono dallo Stato sono inadeguate. E tu, come la pensi?
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