Buono fruttifero postale scaduto e prescritto, famiglia di Parma intraprende vie le vie legali e ottiene un risarcimento: il motivo.
Sono numerose le famiglie che si ritrovano in casa dei buoni fruttiferi postali purtroppo finiti in prescrizione e quindi non più esigibili. Spesso ciò accade a soggetti ignari dell'avvenuta scadenza. In alcuni casi, nonostante la prescrizione, è comunque possibile riuscire ad ottenere un risarcimento.
È quanto accaduto a una famiglia parmigiana. La vicenda è stata portata alla luce da Confconsumatori, che sta portando in merito la campagna "Buono tradito". La famiglia in questione, si legge, nel 2002 aveva acquistato un buono fruttifero del valore di 1.000 euro. A questo buono era stata apposta, solo a mano da parte dell'impiegato, la serie di appartenenza AA4. Nessuna indicazione a proposito della data di scadenza. Convinti che il buono avesse una durata ventennale, nel 2022 la famiglia ha contattato la filiale di Poste Italiane presso la quale era stato sottoscritto il titolo.
Buono fruttifero postale prescritto, così è arrivato il risarcimento
In quel momento la brutta sorpresa: il buono, infatti, risultava prescritto. Questo perché in realtà il titolo non aveva una scadenza ventennale ma settennale. A quel punto la famiglia non ha più avuto la possibilità di riscuotere la somma spettante. In realtà, la famiglia ha scoperto di non aver mai ricevuto il Foglio Informativo Analitico: si tratta di un documento contenente le condizioni dei buoni sottoscritti. Tra le informazioni presenti sul documento ci sono anche la durata e la scadenza degli investimenti. Il Foglio Informativo Analitico avrebbe dunque permesso alla famiglia di riscuotere il titolo alla scadenza e non far sopraggiungere, quindi, la prescrizione.
La famiglia protagonista di questa vicenda si è così rivolta a Confconsumatori, che ha presentato reclamo a Poste Italiane. Quest'ultima si è rifiutata di risarcire il danno e l'associazione ha deciso quindi di intraprendere le vie legali. Di recente è arrivata la decisione definitiva: il Giudice di Pace di Parma ha riconosciuto il diritto della famiglia parmigiana a essere risarcita del danno dalla condotta omissiva, ovvero il mancato recapito del Foglio Informativo Analitico.
Alla famiglia in possesso del buono fruttifero postale prescritto è spettato, dunque, un risarcimento pari al valore capitale del buono, oltre agli interessi rivalutati anni per anno a partire dalla data di scadenza del titolo. Grazia Ferdenzi, avvocato di Confconsumatori Parma, ha commentato la notizia esprimendo soddisfazione per la decisione.
LEGGI ANCHE: Varese, 84enne riceve due bollette del gas da 7.000 euro: "Dal gestore nessuna comunicazione"