Veneto, negozio di casalinghi abbassa la saracinesca. Il motivo? Tasse e costi di gestione troppo alti: "Stiamo stanchi"
Le tasse che strozzano i cittadini, le tasse che condannano le attività commerciali. Si parla di questo a Mattino Cinque, trasmissione Mediaset che tratta, nella sua prima parte, tematiche di attualità. E che riserva, va detto, davvero molto spazio alla questione della crisi del commercio, di cui si prova ad analizzarne tutti gli aspetti, e capire cosa sta succedendo nel nostro paese. Perché i negozi, di tutte le tipologie, stanno chiudendo uno a uno, in un drammatico effetto domino.
La spiegazione non può essere solo la perdita di interesse nel negozio fisico da parte del cliente, affascinato di più dallo shopping online, e attratto dalla facilità con cui può comprare oggetti che desidera, e di cui può disfarsi a costo zero tramite la pratica del rimborso. L’altra grande motivazione è legata agli esagerati costi di gestione che oggi sono necessari al mantenimento di un’attività. E, soprattutto, alle tasse, sproporzionatamente alte rispetto agli incassi sempre più magri.
La testimonianza a Mattino Cinque di Cecile, commerciante di origini francesi in Italia da 20 anni, è calzante. La donna ha deciso di chiudere, dopo ben vent’anni di attività, il negozio di casalinghi da lei gestito. Il motivo è spiegato con il sorriso sulle labbra, quello di chi accetta con serenità che è arrivato il momento di mettere la parola ‘fine’ a una storia durata due decenni.
Veneto, negozio di casalinghi chiude. "Troppe tasse, siamo stanchi di lottare"
“E’ sempre molto difficile, dopo 20 anni, dover chiudere un’attività che abbiamo fatto crescere come si fa crescere un figlio. Però fa parte dei cambiamenti della vita. Vent’anni di crescita, di sviluppo, con tantissimi clienti veramente affezionati, e quello che è successo in tre giorni, che hanno svuotato il negozio, lo ha dimostrato. Però ora è il momento di voltare pagina, perché, forse c’è un'enorme stanchezza. La lotta contro i costi, le tasse, anche se il fatturato è sempre andato crescendo, e i costi hanno continuato a lievitare. Ma le tasse hanno portato giù quel che rimane a fine mese, poi a un certo momento ci si stanca tanto, ci si sfinisce. I primi 25 giorni del mese sono dedicati allo Stato. Ma ci sono tante altre cose da pagare. Anche i costi legati alla merce si sono alzati, in fondo alle fatture dei fornitori si sono aggiunte voci nuove: la benzina, i magazzini. Sono tutti aumentati, e alla fine del mese rimane poco".
“E poi, oltre alle tasse dirette, ci sono tante altre forme indirette di tasse, come la messa a norma, i registratori di cassa diversi, la messa in sicurezza, corsi di formazione. Tutta una serie di costi che lo Stato è andato aggiungendo", aggiunge il conduttore della trasmissione Mediaset, Francesco Vecchi. "Esatto", risponde Cecile. "Tutte queste burocrazie, e i costi che si sono aggiunti, portano giù la differenza positiva che rimane alla fine del mese. Si dice: "Ma chi me lo fa fare?"".
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