L'avvocato Massimiliano Dona, specializzato in tutela dei consumatori, ha spiegato le novità sull'etichetta dei succhi di frutta.
Nell'ultimo scorcio di dicembre, un'eco di cambiamento ha risuonato tra le mura del Parlamento europeo, segnando un momento di svolta nel modo in cui l'Europa si approccia alla prima colazione. Una decisione che potrebbe sembrare minuta nel grande schema delle politiche europee, ma che racchiude in sé un impatto profondo sulla vita quotidiana dei cittadini dell'Unione. Con una mossa audace, il Parlamento ha votato a favore di una revisione radicale delle normative che governano l'etichettatura, la denominazione e la presentazione di una vasta gamma di prodotti alimentari consumati comunemente al mattino. Questa nuova Direttiva, battezzata emblematicamente "Colazione", promette di riscrivere le regole del gioco per produttori e consumatori in tutti gli Stati membri dell'UE, compresa l'Italia.
Questo cambiamento normativo non solo mira a uniformare le pratiche di etichettatura alimentare attraverso il continente, ma pone anche le basi per una maggiore trasparenza e consapevolezza alimentare. Gli Stati membri, pur essendo vincolati al raggiungimento di determinati obiettivi comuni, avranno la libertà di scegliere come attuare queste nuove disposizioni, offrendo un interessante mix di unità e diversità nelle strategie di implementazione. Ma scopriamo di più nel video di Massimiliano Dona, il presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.
Succhi di frutta: le novità dell'avvocato sull'etichetta
Uno dei prodotti più diffusi che verrà toccato da questa nuova direttiva europea sono i succhi di frutta. Compagni immancabili per milioni di italiani a colazione e durante la giornata, i succhi di frutta avranno un aspetto diverso sugli scaffali del supermercato. Addio alle etichette che dichiarano sempre l'assenza di zuccheri aggiunti. Massimiliano Dona spiega che le aziende produttrici avranno due possibilità: scegliere per la dicitura 'i succhi di frutta contengono solo zuccheri naturali' oppure 'succo di frutta a contenuto ridotto di zucchero'. In questo secondo caso, però, "solo se è stato eliminato il 30% degli zuccheri presenti in natura", specifica Massimiliano Dona. I produttori, però, potranno usare edulcoranti per compensare la riduzione di zucchero.
Altre novità riguardano il miele e le marmellate. I produttori di confetture dovranno aumentare il contenuto di frutta di 100 grammi per ogni chilogrammo: 450 grammi per le marmellate classiche e 500 grammi per quelle 'extra'. Infine, per quanto riguarda le etichette del miele, i produttori avranno l'obbligo di indicare tutti i Paesi di provenienza del prodotto in percentuale da quella più alta a quella più bassa. Lo Stato membro, però, può far indicare solo le 4 quote maggiori a patto che rappresentino più del 50% del totale. Nel caso di confezioni di miele inferiori ai 30 grammi, i nomi dei paesi possono essere sostituiti con la sigla ISO di due lettere per motivi di spazio.
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