L'amico speciale della donna trovata morta a gennaio 2021 a Trieste è intervenuto nel corso della puntata di Chi l'ha visto? per replicare alle affermazioni del marito di Liliana a proposito di una strana telefonata tra i due.
Continua ad essere avvolto nel mistero il caso riguardante Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa da Trieste nel dicembre 2021 e ritrovata morta dopo poche settimane. Nel corso della puntata di Chi l'ha visto? andata in onda su Rai 3 nella serata di mercoledì 21 febbraio è intervenuto Claudio Sterpin, che ha replicato a quanto affermato dal marito della donna, Sebastiano Visintin, nella precedente puntata della trasmissione condotta da Federica Sciarelli. Quest'ultimo, infatti, aveva dichiarato di aver bloccato il numero di Sterpin dal cellulare di Liliana (che era in possesso di due telefoni ma li lasciò entrambi a casa il giorno della scomparsa) dopo una strana telefonata.
Nel corso della puntata del 14 febbraio Visintin aveva spiegato di aver bloccato il numero di Sterpin, sul numero di Liliana, dopo aver "visto il numero sul suo cellulare", aver telefonato e averlo "sentito ansimare. Ecco perché l'ho bloccato. Liliana mi diceva che riceveva spesso strane telefonate, in cui si sentiva ansimare". L'uomo aveva, inoltre, ancora una volta negato la presunta relazione tra sua moglie e Claudio: "Si è inventato questa relazione con mia moglie. La storia d'amore era solo dalla parte di Claudio. Bisogna vedere se lei era d'accordo. Io sono convinto di no, altrimenti lei me l'avrebbe detto".
La replica nello studio di Chi l'ha visto? di Claudio Sterpin a Sebastiano Visintin a proposito della "strana telefonata"
Sterpin, presente nella serata di ieri negli studi di "Chi l'ha visto?", ha così replicato alle affermazioni del marito della donna a proposito della telefonata avvenuta dopo la scomparsa di Liliana: "È un'invenzione. A me lei non ha mai detto che riceveva chiamate da qualcuno che ansimava. Tantomeno ero io a farlo in quella chiamata". L'uomo ha inoltre aggiunto: "Io ho chiamato e basta, mi aspettavo una risposta da parte di Liliana, ovvio. Ho sentito la voce di un uomo e quindi mi sono impressionato, certo. Io la aspettavo a casa, quel giorno: doveva arrivare con un piccolo ritardo, ma niente di più".
Il caso riguardante la morte di Liliana Resinovich è tutt'altro che chiuso. La Procura di Trieste, infatti, aveva provato a chiudere il caso con l'ipotesi del suicidio da parte della donna, ipotesi a più riprese respinta da parte della famiglia. È per questo motivo che le indagini sono state riaperte e proseguono ora con l'ipotesi di reato di omicidio volontario: nei giorni scorsi il cadavere della donna è stato riesumato e su di esso è stata effettuata una nuova autopsia per cercare di capire se possano emergere ulteriori dettagli non emersi nel corso delle indagini iniziali. Tra poche settimane arriveranno i risultati dell'esame autoptico.
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