Questa mattina, una missione dell'Onu è arrivata nel Nagorno-Karabakh: purtroppo, però, l'intervento è stato tardivo.
La situazione nel Nagorno-Karabakh è sempre più tragica. Secondo il governo armeno, sono ormai più di 100.000 gli armeni etnici che hanno abbandonato la regione per trovare rifugio in Armenia. L'esodo forzato del popolo armeno originario del Nagorno-Karabakh è il capitolo conclusivo del trentennale conflitto che ha interessato questa zona di mondo. Quando, ormai 30 anni fa, scoppiò la prima guerra tra gli armeni del Nagorno-Karabakh e gli azeri, le Nazioni Unite inviarono una missione per monitorare la situazione. Da allora, la comunità internazionale non ha più messo piede nella regione azera a maggioranza armena. L'Azerbaigian, in questi trent'anni, ha sempre avuto un unico obiettivo: riprendere il controllo della regione separatista autodichiaratasi indipendente dopo la caduta dell'Unione Sovietica.
Con la guerra del 2020, l'esercito azero ha ripreso il controllo della maggior parte dei territori grazie al supporto militare di Turchia e Israele. Allora, con la mediazione della Russia, si era raggiunto un cessate il fuoco che è stato più volte violato dall'Azerbaigian. Infine, poche settimane fa l'esercito azero ha lanciato un'offensiva lampo che ha costretto le autorità separatiste ad arrendersi. Oggi, l'Onu arriva in una regione di fatto spopolata rispetto a 30 anni.
La missione dell'Onu arriva in un Nagorno-Karabakh deserto
Secondo alcune stime, nella regione, prima degli eventi degli ultimi giorni, abitavano circa 120.000 armeni. Oggi, 1° ottobre 2023, nella regione ne restano meno di 1/6. Non si capisce, quindi, perché le Nazione Unite abbiano inviato la missione in Nagorno-Karabakh solo ora. I 12 osservatori dell'Onu dovranno valutare la situazione e le necessità di chi è rimasto nella regione e di chi è fuggito. Purtroppo, però, c'è poco da valutare. Gli armeni non hanno alcuna intenzione di vivere sotto l'autorità dell'Azerbaigian in quanto l'odio etnico è talmente profondo che la possibilità di ritorsioni e di persecuzioni nei confronti della popolazione civile è troppo alta.

Il governo armeno sta affrontando praticamente da solo questa emergenza umanitaria, fornendo aiuti finanziari e alloggi ai 100.000 rifugiati. Nel frattempo, l'Azerbaigian continua a terrorizzare la popolazione armena. Dopo aver arrestato Ruben Vardanyan, l'ex leader della repubblica separatista del Nagorno-Karabakh, le autorità di Baku hanno emesso mandati di cattura internazionale nei confronti di altri 300 armeni. Queste persone, per lo più funzionari e comandanti della repubblica separatista, secondo l'Azerbaigian, sono "terroristi" e devono essere arrestati. In definitiva, l'arrivo della missione dell'Onu in Nagorno-Karabakh è una buona notizia, ma se le Nazione Unite fossero intervenute prima, forse, il conflitto in Nagorno-Karabakh non avrebbe avuto un epilogo così tragico.
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