La psicologia è la scienza che studia la mente, le emozioni e i comportamenti umani. Ma tra centinaia di teorie, scuole di pensiero e approcci terapeutici, quali consigli funzionano davvero nella vita di tutti i giorni? A rispondere è Millie Hardie, psicologa britannica registrata presso lo Psychologist Board of Australia e AHPRA, che sul suo canale @pocket.psychologist condivide da anni suggerimenti semplici e pratici per migliorare il benessere mentale. Dopo aver letto oltre 500 libri di psicologia, ha deciso di riassumere tutto ciò che davvero aiuta a vivere meglio in dieci regole fondamentali.
Osserva i tuoi pensieri, ma non crederci sempre e dai un nome alle emozioni
Il primo consiglio di Millie è semplice ma potentissimo: “Nota i tuoi pensieri, ma non devi crederci per forza”. Ogni giorno la mente produce migliaia di idee, giudizi e preoccupazioni. Imparare a osservarli senza identificarvisi completamente riduce l’ansia e permette di scegliere consapevolmente come reagire. È uno dei principi base della terapia cognitivo-comportamentale (CBT), uno degli approcci più efficaci e scientificamente validati per la gestione delle emozioni.

Quando si riconosce e si nomina un’emozione — rabbia, paura, tristezza, gioia — il cervello attiva aree che aiutano a regolarla. “Le emozioni perdono potere quando vengono viste”, spiega Hardie. Questo processo, noto come labeling emotivo, è supportato da numerosi studi neuroscientifici che mostrano come la consapevolezza emotiva migliori la capacità di affrontare lo stress.
Agisci in base ai tuoi valori, non al tuo umore e pratica gentilezza verso te stesso
Molte persone aspettano di sentirsi motivate per agire, ma la psicologa sottolinea che è l’azione stessa a generare motivazione. Agire secondo i propri valori — nonostante la paura o la pigrizia — costruisce fiducia e stabilità interiore. Anche la terapia dell’accettazione e dell’impegno (ACT) si basa su questo principio: non si tratta di “sentirsi meglio”, ma di vivere una vita più coerente con ciò che conta davvero.
Essere gentili con sé stessi non è debolezza: è scienza. Le ricerche condotte da Kristin Neff, docente all’Università del Texas, mostrano che la self-compassion riduce il cortisolo (l’ormone dello stress) e aumenta la resilienza. “La gentilezza verso te stesso cambia la tua biologia”, ricorda Hardie. È un invito a trattarsi come si tratterebbe un amico, soprattutto nei momenti difficili.
Altri suggerimenti: confini, azione, calma e accettazione
Stabilire limiti chiari è un atto di rispetto reciproco. “I confini insegnano alle persone come trattarti”, spiega la psicologa. Dire di no, chiedere spazio o affermare i propri bisogni non è egoismo, ma una forma di cura personale. Le persone con confini sani sperimentano relazioni più equilibrate e una maggiore stabilità emotiva. Spesso si pensa che prima arrivi la spinta interiore e poi l’azione. In realtà, succede il contrario: agire anche quando non se ne ha voglia crea slancio e fiducia. È un principio usato anche in psicologia comportamentale, dove si parla di “attivazione comportamentale”. Inizia con un piccolo passo: il resto seguirà naturalmente.
Il corpo e la mente comunicano costantemente. Per questo, tecniche di grounding come respirare lentamente, muoversi o concentrarsi su sensazioni fisiche aiutano a calmare i pensieri. Hardie suggerisce anche piccoli “trucchi psicologici”: tenere un cubetto di ghiaccio in mano o assaggiare una caramella acida per interrompere i circoli mentali di ansia e panico. “La storia che ti racconti è la tua realtà”, ricorda Hardie. Ogni persona interpreta gli eventi secondo le proprie convinzioni. Cambiare il modo in cui si parla di sé — da “non sono capace” a “sto imparando” — trasforma il modo di affrontare le sfide. È il principio alla base della psicologia narrativa e della crescita personale autentica.
Capire come funziona la mente aiuta a non subirla. Sapere, ad esempio, che il cervello reagisce alle minacce percepite anche quando non sono reali, permette di gestire meglio le reazioni impulsive. “Capire il tuo cervello è l’inizio della guarigione”, dice Hardie, sottolineando l’importanza dell’educazione psicologica per tutti.
Accettare ciò che non si può cambiare non significa arrendersi, ma scegliere di andare avanti. “L’accettazione non è rinuncia, è movimento”, conclude la psicologa. Dopo 500 libri, il messaggio è chiaro: la crescita non arriva da formule magiche, ma da piccole pratiche quotidiane, semplici, umane e ripetibili. Ed è proprio questa semplicità a renderle davvero efficaci.
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