Quanto spende una cittadina italiana in Nuova Zelanda? Ecco i prezzi più alti e quelli più bassi, rispetto all’Italia.
In Nuova Zelanda, lo stipendio viene in genere accreditato ogni settimana o ogni due direttamente sul conto del lavoratore, con le tasse già trattenute dal datore di lavoro tramite il sistema PAYE (Pay As You Earn), che semplifica la gestione fiscale. I dipendenti non devono, infatti, preoccuparsi di calcolare o versare imposte a fine anno, poiché il sistema le regola automaticamente. Gli stipendi variano molto in base al settore, all’esperienza e alla zona. Nelle principali città come Auckland e Wellington, le retribuzioni sono più alte, ma anche il costo della vita cresce in modo significativo. Gli affitti, i trasporti e i servizi raggiungono cifre elevate, mentre nelle aree rurali o nei piccoli centri la vita è più economica. Le differenze territoriali sono marcate. A Queenstown i prezzi delle abitazioni sono tra i più alti del Paese, mentre distretti come Buller e Ruapehu restano decisamente più accessibili.
Nel confronto con l’Italia, gli stipendi medi risultano più elevati, ma vivere nelle metropoli neozelandesi costa circa il 30% in più, come riporta Numbeo. Chi sceglie zone interne o periferiche può mantenere un buon tenore di vita, sebbene con salari più modesti e minori servizi pubblici. Il dollaro neozelandese (NZD) vale nel 2025 circa 0,50 euro, quindi 1 euro corrisponde a circa 2 NZD. Questo cambio favorisce chi guadagna in euro, poiché aumenta il potere d’acquisto locale, ma le oscillazioni valutarie possono influire sul valore reale dei salari. Pertanto, in generale, vivere e lavorare in Nuova Zelanda significa muoversi in un contesto trasparente e stabile, dove la qualità della vita dipende fortemente dalla zona geografica e dall’equilibrio tra reddito e spese quotidiane.
Italiana rivela quanto spende in una settimana in Nuova Zelanda: ecco i dettagli
Come già sottolineato, il costo della vita in Nuova Zelanda varia anche a seconda della zona in cui si abita. Per questo motivo, diversi costi menzionati da Tania di @mammaioparto_, una content creator italiana che vive in questo Paese dell’Oceania, non risultano altissimi. La content creator ha rivelato, in particolare, quanto spende in una settimana a Christchurch, città dell’Isola del Sud. Una città che ha prezzi inferiori rispetto a località molto più famose come Wellington e Auckland. Considerando che lo stipendio, in Nuova Zelanda, viene pagato ogni settimana, in questo caso sapere quanto si spende ogni sette giorni risulta particolarmente efficace per chi vuole conoscere il costo della vita in questo Stato.
La content creator è partita da un costo piuttosto alto, ma che non risulta così più alto di quello che si trova nelle città italiane più grandi: quello dell’affitto. Tania ha, infatti, rivelato di condividere un appartamento con altre due persone, e di spendere singolarmente 200 dollari neozelandesi, e quindi circa 100 euro alla settimana. Praticamente, l’affitto mensile di un appartamento per tre persone ha un costo di 1200 euro. Per le bollette e per la spesa settimanale, l’esperta aggiunge altri 150 dollari, e quindi circa 75 euro. C’è, poi, una quota settimanale di 25 dollari (circa 12,50 euro), da pagare per una sorta di assicurazione sanitaria aggiuntiva al sistema sanitario pubblico, e quella per l’assicurazione auto, di 7 dollari alla settimana (circa 3,50 euro).
Altri costi importanti
La content creator ha, poi, rivelato di spendere circa 10 dollari per le spese collegate al cellulare (più o meno 5 euro alla settimana), 53 dollari (27 euro) per un corso di pole dance, 50 dollari (25 euro) di benzina, nonché 16 dollari (8 euro) per gli scooter elettrici in sharing. Altri 60 dollari (circa 30 euro) sono stati spesi per le soste al bar e le colazioni fuori, nonché altri 132 dollari (66 euro) per shopping di vestiti e altri prodotti. Le visite sanitarie sono, poi, costate molto: per una, la content creator ha speso 650 dollari (325 euro), e per un’altra 110 dollari (55 euro). Il vantaggio, però, in questo caso è che la visita si paga al momento, ma l’assicurazione sanitaria rimborsa successivamente una buona parte dei soldi spesi.
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Non considerando i soldi che verranno rimborsati, e aggiungendo altre spese per abbonamenti online, la content creator ha rivelato di aver speso, da sola, 800 dollari neozelandesi in una settimana. Parliamo, cioè, di circa 400 euro. In un mese, dunque, da sola la content creator spende circa 1.600 euro. Il costo non è basso, considerando che la content creator condivide l’appartamento con il compagno e un’altra persona, e divide parte delle spese con il suo compagno. I costi più alti, rispetto all’Italia, sono, sicuramente, quelli dell’affitto e delle bollette. Anche quelli del corso di pole dance e delle visite sanitarie (le quali, però, vengono rimborsate) sono più alti. I pro sono, invece, sicuramente da vedere nel costo della benzina e dell’assicurazione auto, più basse che in Italia.
Le valutazioni finali
Secondo i dati condivisi dalla content creator, insomma, vivere a Christchurch, in Nuova Zelanda, costa meno rispetto a città come Auckland o Wellington, ma le spese complessive restano vicine a quelle delle principali città italiane. Gli affitti rappresentano la voce più pesante: una stanza in appartamento condiviso può arrivare a circa 400 euro al mese, portando la spesa totale mensile intorno ai 1.600 euro, cifra paragonabile a quella di Milano o Firenze. Anche le utenze domestiche incidono maggiormente, superando spesso i livelli italiani, dove in media si spendono meno di 100 euro a persona nelle case condivise. Alcuni costi risultano invece più vantaggiosi. La benzina e l’assicurazione auto pesano meno che in Italia, dove le imposte rendono questi servizi più onerosi. Anche i piani telefonici risultano competitivi, con tariffe che si mantengono su valori simili o inferiori a quelli italiani.

Dove Christchurch risulta meno conveniente è nel tempo libero: corsi sportivi, abbonamenti e mezzi in sharing hanno tariffe più alte, in parte per la minore concorrenza e l’assenza di offerte stagionali diffuse. La sanità privata comporta costi immediati elevati, ma il sistema di rimborso assicurativo riduce l’impatto finale. In Italia, il servizio sanitario pubblico garantisce spese contenute ma tempi di attesa più lunghi. Tirando le somme, l’esperienza citata dimostra che il costo della vita in Nuova Zelanda non è necessariamente molto più alto che in Italia, ma dipende dal contesto e dall’area. Nelle città più economiche, come Christchurch, la vita quotidiana può essere gestibile, almeno per chi non vive da solo e può condividere le spese fisse.
