Il bordo bruciacchiato della pizza piace a molte persone, ma non dovrebbe essere mangiato: un noto professore di fisica rivela il motivo.
La pizza rappresenta, oltre che un alimento, un simbolo universale di condivisione, tradizione e italianità, capace di unire culture diverse con la sua semplicità e il suo gusto inconfondibile. Il suo successo mondiale deriva da un perfetto equilibrio tra sapori, convivialità e identità. A renderla irresistibile è l’incontro tra ingredienti come, ad esempio, formaggio fuso e pomodoro, e cioè un binomio che stimola i recettori del gusto grazie all’armonia tra dolcezza, acidità e sapidità. La crosta croccante e il cuore morbido nascono dalle reazioni chimiche che avvengono in forno, quando calore e impasto creano aromi intensi e sfumature di gusto uniche. Ogni morso diventa così un’esperienza sensoriale completa, in cui chimica e emozione si fondono naturalmente.
Ma la pizza conquista anche per il suo valore sociale. È un piatto conviviale, pensato per essere condiviso, che racconta storie di amicizia e informalità. La sua versatilità la rende universale: può essere classica o gourmet, semplice o elaborata, ma resta sempre accessibile a tutti. Persino il suo potere di “comfort food” è scientificamente riconosciuto, grazie ai carboidrati che favoriscono la produzione di serotonina, l’ormone del buonumore. Nata a Napoli, la pizza si è affermata nel mondo come icona dell’Italia contemporanea. La leggenda della Margherita del 1889, dedicata alla regina, ne ha consolidato il mito. Oggi, dal forno napoletano al marciapiede di New York, la pizza continua a esercitare lo stesso fascino: mette d’accordo tutti e racconta, con un solo profumo, l’essenza più autentica del gusto made in Italy.
Pizza: esperto rivela perché il bordo bruciacchiato fa male
Oltre all’unione degli ingredienti e all’impasto croccante, c’è chi apprezza anche il sapore leggermente abbrustolito di alcune pizze, o addirittura il bordo bruciacchiato delle stesse. Proprio a quest’ultimo, un noto esperto di fisica, e cioè il professor Vincenzo Schettini, ha dedicato un video recente. L’esperto ha, in particolare, sottolineato che, per quanto il bordo bruciacchiato possa piacere a molte persone, sarebbe meglio non mangiarlo. Per spiegare il motivo, l’esperto ha rivelato che, nella cottura della pizza, sono due le misure che vanno considerate: tempo e temperatura. La pizza napoletana, ad esempio, cuoce orientativamente tra i 60 e i 90 secondi e tra i 400 i 480 gradi Celsius. Già a temperature superiori a 120 gradi Celsius, cominciano a formarsi sostanze come l’acrilammide, e cioè una sostanza che si forma insieme ai composti che danno il gusto abbrustolito, quando si cucinano alimenti contenenti amido.

Sfortunatamente, l’acrilammide è stata classificata come probabilmente cancerogena dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC). Insieme a questa sostanza, a temperature molto alte, si forma anche il bruciacchiato, che è composto da sostanze originate dalla combustione del cibo, come il benzoapirene. Quest’ultima sostanza è sicuramente cancerogena, per la suddetta agenzia. Per questo motivo, mangiare il bordo bruciacchiato significa mangiare sostanze assolutamente cancerogene. Per evitare problemi, dunque, l’esperto suggerisce di limitare il consumo di pizza, mangiandola solo ogni tanto, e buttare via le parti bruciacchiate quando si mangia.
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