Paola Cortellesi guida un cast stellare, in un film del 2019, disponibile su Disney+.
Ma cosa ci dice il cervello è una commedia del 2019 diretta da Riccardo Milani, distribuita da Vision Distribution e prodotta da Wildside, Sky Cinema e TIMvision. Oggi disponibile su Disney+, il film rappresenta uno dei più significativi successi italiani di quell’anno, capace di unire ironia e impegno civile in una narrazione che invita a reagire al degrado quotidiano e alla crescente indifferenza sociale. La protagonista è Giovanna Salvatori (Paola Cortellesi), una donna apparentemente anonima e riservata che lavora al Ministero dell’Economia e vive una vita regolare da madre separata.
Dietro questa facciata, però, si cela un segreto: Giovanna è in realtà un’agente dei servizi segreti impegnata in delicate missioni di sicurezza nazionale. La sua doppia identità scandisce il tono della storia, dove la routine domestica convive con azioni spettacolari e colpi di scena tipici del genere spy story. Quando partecipa a una rimpatriata con gli amici del liceo, la donna scopre che molti di loro hanno subìto piccole o grandi ingiustizie. Dalla maleducazione nei luoghi pubblici alle prepotenze quotidiane, ognuno ha una storia che rivela l’imbarbarimento dei rapporti umani. Giovanna decide allora, al di fuori dei suoi compiti ufficiali, di usare le proprie competenze per difendere chi non può farlo da solo, ripristinando un equilibrio che la società sembra aver perduto. Inizia così una sorta di “vendetta etica”, dove la comicità si intreccia con un messaggio di responsabilità civile.
Su Disney+, un film particolare e divertente con Paola Cortellesi
La Cortellesi offre una prova d’attore complessa, costruendo una figura ironica e malinconica insieme. La sua eroina antieroica non possiede poteri straordinari, ma agisce con intelligenza e senso di giustizia, incarnando il coraggio silenzioso di chi non accetta la volgarità come normalità. In lei convivono la fragilità di una donna comune e la forza di chi sceglie di reagire. Questa interpretazione le è valsa il Nastro d’Argento 2019 come miglior attrice di commedia, riconoscendo il suo talento nel rendere credibile una protagonista capace di far ridere e riflettere allo stesso tempo.

Il film si distingue anche per un cast corale di grande livello, che rafforza la coralità del racconto. Accanto alla Cortellesi compaiono Stefano Fresi, Claudia Pandolfi, Vinicio Marchioni, Lucia Mascino, Carla Signoris, Ricky Memphis, Paola Minaccioni, Giampaolo Morelli, Alessandro Roia, Tomas Arana, Remo Girone e Teco Celio. Tra le interpretazioni più apprezzate spicca quella di Carla Signoris, che dà vita ad Agata, madre eccentrica e imprevedibile di Giovanna, per la sua vivacità comica e l’umanità del personaggio.
Una regia perfetta
La regia di Riccardo Milani mescola con equilibrio commedia e denuncia sociale, continuando il percorso già avviato con Come un gatto in tangenziale. In Ma cosa ci dice il cervello l’autore spinge ancora di più la narrazione verso la satira civile, alternando momenti di leggerezza a riflessioni più amare sulla perdita di empatia nel vivere comune. L’intreccio fra vita privata e attività segreta diventa una metafora del doppio ruolo che molti cittadini si trovano a interpretare: quello di chi deve adattarsi al disincanto e quello di chi tenta, nonostante tutto, di migliorare ciò che lo circonda.
Il film ha ottenuto tre candidature ai Nastri d’Argento, vincendone due, nonché una nomination al Ciak d’Oro per l’interpretazione del personaggio di Agata da parte di Carla Signoris, la quale ha anche vinto il Premio Flaiano per questo ruolo. Questa pellicola, insomma, conferma, come se ce ne fosse bisogno, l’efficacia del sodalizio tra Milani e Cortellesi, coppia artistica capace di raccontare con ironia la realtà italiana contemporanea. Disponibile ora su Disney+, Ma cosa ci dice il cervello resta una delle commedie più incisive e appassionanti dello scorso decennio, in grado di trasformare l’indignazione in risata e la quotidianità in un atto di resistenza morale. Un film che invita a non cedere al cinismo e a credere ancora nella forza gentile di chi, anche senza armi, sceglie di fare la differenza.