La scuola: una riflessione sulla crisi del sistema scolastico italiano con Silvio Orlando, da riscoprire su Netflix.
Il film La scuola, diretto da Daniele Luchetti nel 1995, è una commedia drammatica che si svolge in un istituto tecnico della periferia romana, l’ultimo giorno di scuola. Con una scrittura intelligente e un cast straordinario, il film offre una visione ironica, ma al contempo realistica, della scuola italiana. La presenza di un inimitabile Silvio Orlando nel ruolo del professor Vivaldi, insegnante di italiano e storia, è uno degli elementi centrali che dà vita a una storia profonda, ricca di sfumature e con un chiaro messaggio sociale.
Il film italiano da riscoprire su Netflix: nel cast un giovanissimo Silvio Orlando
La scuola si sviluppa attorno agli scrutini finali, un momento cruciale che mette in luce non solo il destino degli studenti. Ci sono poi anche le dinamiche del corpo docente e i problemi di un sistema educativo in crisi. La pellicola riesce a dipingere un affresco vivido e disincantato di una scuola lontana dalle idealizzazioni. Le difficoltà materiali e morali dei docenti si intrecciano con la disillusione e il cinismo di chi è costretto a fare i conti con una realtà difficile. Questo contesto è rappresentato attraverso la figura del professor Vivaldi. Un uomo idealista, appassionato del suo mestiere, ma profondamente segnato da un sistema che sembra non dargli possibilità di agire secondo i propri ideali.
Silvio Orlando, con la sua consueta maestria, riesce a restituire il carattere di un insegnante sensibile e umanista. Disposto a tutto pur di dare una possibilità ai suoi studenti. Vivaldi è il tipo di docente che crede nel valore dell’educazione come strumento di riscatto, ma si trova intrappolato in un sistema che premia la meritocrazia e la disciplina a discapito delle difficoltà individuali degli studenti. La sua lotta per cercare di promuovere tutti gli alunni, spesso maltrattati dalle circostanze e dalle proprie difficoltà personali, diventa una metafora. Il simbolo di un sistema scolastico che fatica a gestire la complessità del mondo giovanile.
Il film non si limita a concentrarsi su Vivaldi, ma offre uno spaccato del corpo docente nel suo complesso, ognuno con le proprie idiosincrasie e conflitti interni. Il vicepreside Sperone (interpretato da Fabrizio Bentivoglio) rappresenta il polo opposto rispetto a Vivaldi: è il docente severo e inflessibile, un sostenitore della meritocrazia che non ha tolleranza per i problemi familiari e le difficoltà emotive degli studenti. La sua figura è emblematica della rigidità di un sistema scolastico che si fa fatica ad adattare alle esigenze del presente.
La scuola come un vero e proprio simbolo
Accanto a loro, il film presenta un cast di personaggi altrettanto significativi: la professoressa Majello (Anna Galiena), che combatte con una crisi matrimoniale mentre nasconde un’ammirazione non ricambiata per Vivaldi; il professor Mortillaro, che, in maniera grottesca, inscena continui allarmi-bomba, simbolo della crescente frustrazione e del senso di impotenza di molti docenti. Poi, ancora, la professoressa Lugo, ingenua e meno cinica degli altri, ma comunque coinvolta nelle dinamiche di un mondo scolastico che non lascia scampo a nessuno.

Nel cuore di questo scenario c’è la scuola stessa, rappresentata come un luogo fisico e simbolico in cui le difficoltà del sistema educativo. Ancora, le tensioni tra colleghi e le problematiche sociali dei giovani si fondono. La situazione in cui si trovano gli insegnanti e gli studenti è un microcosmo che riflette la disillusione e la fatica del nostro paese. La scuola, un tempo punto di riferimento per il futuro delle nuove generazioni, è diventata un luogo di conflitto e frustrazione. Qui il desiderio di insegnare e di educare sembra venire sopraffatto dalle difficoltà pratiche e dai problemi sistemici. Se apprezzate particolarmente Silvio Orlando, non potete perdere questo film.
Perché vale la pena vederlo
Il film ha vinto anche 1 David di Donatello come miglior film. La storia si sviluppa in modo corale, con ogni personaggio che contribuisce a costruire l’ambientazione e il tono del film. I continui scontri tra i docenti, le risate amare, le polemiche sugli scrutini e le problematiche quotidiane offrono uno spaccato umano e autentico della scuola, lontano da qualsiasi retorica o idealizzazione. È proprio questa sincerità che rende La scuola così efficace, un film che non ha paura di mostrare i difetti di un’istituzione tanto fondamentale quanto in crisi.
Un aspetto che rende il film particolarmente interessante è la sua capacità di riflettere sulla distanza generazionale tra insegnanti e studenti. In un contesto dove la scuola fatica a rispondere alle necessità degli adolescenti. La scuola ci invita a riflettere sul significato dell’educazione e sulla possibilità di trasformare, attraverso l’insegnamento, non solo il futuro degli studenti, ma anche quello della società. Sebbene le tensioni siano forti, ci sono momenti in cui emerge la speranza. Quella di un’educazione che, seppur complessa e imperfetta, può ancora rappresentare una via di uscita per molti.