Mengoni, polemiche per i corsetti: ma forse nessuno ha colto il vero messaggio

Marco Mengoni e i corsetti: tra critiche feroci, libertà d’espressione e omaggi simbolici, il messaggio che forse nessuno ha colto davvero.

Marco Mengoni torna al centro dell’attenzione, ma stavolta non per la sua voce potente o per le sue performance impeccabili. A far discutere sono i look scelti dal cantante per i suoi recenti concerti. In particolare, due corsetti, uno nero e uno argentato con brillantini, hanno scatenato un acceso dibattito sui social, dove non sono mancati attacchi personali e commenti al vetriolo. Alcuni utenti hanno giudicato l’outfit “troppo appariscente”, altri lo hanno etichettato come “poco virile”, alimentando un’ondata di critiche che affondano le radici in una visione ancora stereotipata della mascolinità.

Quello che Mengoni ha indossato sul palco non è stato solo un capo di moda. È diventato, suo malgrado, un simbolo che ha diviso l’opinione pubblica. Da una parte c’è chi ha celebrato il gesto come una dichiarazione di libertà individuale, dall’altra chi lo ha visto come un’inutile provocazione o un tentativo di attirare attenzione con scelte discutibili. In mezzo, c’è la figura dell’artista che, consapevole del clamore suscitato, ha deciso di non restare in silenzio.

Durante il concerto allo stadio Maradona di Napoli, Marco Mengoni ha preso la parola per rivendicare un principio semplice ma essenziale: il diritto di vestirsi come desidera. “Mi vesto come mi pare”, ha detto dal palco, con fierezza e serenità. Un messaggio chiaro, diretto, che non ha bisogno di ulteriori interpretazioni. In un mondo che spesso impone modelli rigidi e antiquati, dichiarare la propria libertà personale è già di per sé un atto rivoluzionario.

Marco Mengoni oltre le critiche per i corsetti: il significato nascosto

Dietro la scelta di indossare un corsetto potrebbe nascondersi qualcosa di più profondo. Non si tratta solo di un look fuori schemi. Quel corsetto potrebbe rappresentare un riferimento culturale ben preciso. Frida Kahlo, celebre pittrice messicana e icona mondiale di resilienza e arte, ha indossato corsetti per tutta la vita, a causa di gravi problemi alla colonna vertebrale seguiti a un terribile incidente. Quei busti ortopedici, spesso decorati con colori e simboli, erano sì una necessità, ma anche una dichiarazione identitaria. Erano strumenti di dolore trasformati in arte, gabbie diventate ali.

Mengoni non ha mai nascosto la sua ammirazione per Frida. La sua canzone La casa azul è un chiaro omaggio all’universo emotivo della pittrice, al suo mondo intimo, fatto di sofferenza, passione e affermazione di sé. Indossare un corsetto, oggi, sul palco, potrebbe dunque essere anche un modo per proseguire quel dialogo simbolico con l’artista messicana. Un gesto che va oltre la moda, per diventare messaggio, riflessione, resistenza.

marco mengoni
Marco Mengoni e il possibile significato nascosto dei suoi corsetti, fonte: TikTok

Non è la prima volta che la moda diventa terreno di scontro tra chi difende la libertà d’espressione e chi si rifugia nella rigidità dei ruoli di genere. Il corpo dell’artista, esposto sul palco, diventa uno spazio politico. Una tela sulla quale si proiettano paure, desideri, idee di virilità che spesso risultano ingabbiate in modelli superati. In questo senso, l'artista italiano non ha solo indossato un corsetto. Ha scelto di esporsi, di mettersi in discussione, di usare il proprio corpo come mezzo per raccontare qualcosa di sé.

Le reazioni negative che ha ricevuto non sorprendono. Del resto, ogni gesto che rompe gli schemi scatena resistenze. Proprio in quelle crepe, però, si aprono nuovi orizzonti. Ed è lì che si annida il significato più profondo del gesto di Mengoni. Che si tratti o meno di un omaggio consapevole a Frida Kahlo, il messaggio che arriva è forte e chiaro: nessuno dovrebbe essere giudicato per come sceglie di mostrarsi. La bellezza dell’arte, così come quella dell’identità, sta nella libertà. Quella di essere se stessi, anche quando questo significa sfidare le convenzioni. Mengoni ha scelto il palco per farlo, con voce, musica e abiti. Ha dimostrato, ancora una volta, che esprimersi liberamente è ancora l’atto più coraggioso.