Su Rai Play c'è una storia che spiazza, emoziona e fa riflettere. Meravigliosa Chiara Francini in un ruolo impeccabile.
Su Rai Play è disponibile un'opera sorprendente e fuori dagli schemi, che merita attenzione ben oltre la sua tranquilla apparizione nel palinsesto. Si intitola Altri padri e, sebbene sia un film e non una serie televisiva, ha la potenza narrativa e la densità emotiva di un racconto seriale.
Diretto da Mario Sesti, questo film drammatico italiano del 2021 approda su Rai Play e su Rai 3 nel ciclo Mai visti prima, una preziosa rassegna dedicata al cinema d’autore contemporaneo. Il cast è di quelli che lasciano il segno: Paolo Briguglia nel ruolo del protagonista maschile e una straordinaria Chiara Francini, qui in una delle interpretazioni più mature e intense della sua carriera.
Su Rai Play, Altri padri: una storia che segna
La storia ruota attorno a Giulio (Briguglia), un uomo ordinario che si ritrova improvvisamente sbalzato fuori dalla propria vita. Dopo la fine del matrimonio con Annalisa (Francini), la sua esistenza si sgretola pezzo dopo pezzo: perde la casa, il contatto con le figlie, e finisce persino vittima di pesanti accuse, violenza domestica e detenzione di stupefacenti, che sembrano sgorgare più dalla vendetta che dalla verità. Arrestato e rinchiuso a Rebibbia, Giulio deve affrontare la dura realtà di un sistema che non è pronto ad ascoltare le sue ragioni.

Il film esplora con delicatezza, ma anche con una forza che scuote, un tema raramente rappresentato sullo schermo: la condizione dei padri separati in Italia, un universo silenzioso fatto di solitudine, stigma e mancanza di tutele. Secondo alcune stime, sarebbero oltre 150.000 gli uomini che si trovano in situazioni simili a quella del protagonista. Sesti illumina queste esistenze con uno sguardo partecipe ma mai indulgente, unendo il tono del dramma familiare con sfumature da noir, fino a un colpo di scena finale che ribalta la percezione dello spettatore.
A brillare, in questo ritratto amaro e veritiero, è Chiara Francini, nel ruolo di Annalisa: una donna che non è mai tratteggiata in bianco e nero, ma in tutte le sfumature complesse della sua ricerca di libertà e affermazione. Francini sorprende con una performance stratificata, lontana anni luce dalle sue interpretazioni più leggere e brillanti in commedie e varietà. Qui è intensa, ambigua, e soprattutto umanamente credibile, incarnando una femminilità che non teme di mostrarsi spigolosa.
Una rinascita in carcere e una storia che sfida i pregiudizi
Giulio, il protagonista, rappresenta una figura drammatica e al tempo stesso simbolica: è il volto di tanti padri che, dopo una separazione, si ritrovano spogliati di tutto. Ma Altri padri non si limita alla denuncia sociale. La forza del film sta nel trasformare questa caduta verticale in un percorso di ricostruzione interiore. Il carcere diventa, paradossalmente, lo spazio della rinascita. Tra mura grigie e rituali alienanti, Giulio inizia a rivedere se stesso e il suo passato, riconnettendosi con la propria umanità.
La narrazione è costruita con attenzione quasi chirurgica: flashback, dialoghi interrotti, momenti di tensione che strizzano l’occhio al thriller. Il ritmo è lento ma avvolgente, come quello delle vite che si sfilacciano piano piano, senza un grande rumore, ma con un dolore sordo che resta. Altri padri è un film che chiede di essere guardato con attenzione, che non concede risposte facili e che – soprattutto – non si lascia dimenticare facilmente.
Altri padri è, in definitiva, un film che ha il coraggio di toccare corde profonde. Lo fa con una sceneggiatura che alterna il dolore al mistero, la denuncia alla speranza, e con un’estetica sobria, lontana dalle esagerazioni melodrammatiche. È un film che interroga lo spettatore e lo invita a mettersi nei panni dell’altro, senza giudicare. E in un panorama televisivo e cinematografico che spesso preferisce la superficialità, la presenza di un'opera così su Rai Play è una boccata d’aria fresca.