Sandokan arriva su Rai 1: perché sarà la fiction da non perdere dell’autunno.
C’è grande attesa per l’arrivo di Sandokan, la nuova fiction di Rai 1 prodotta da Lux Vide, e non è difficile capirne il motivo. Questa serie non è solo un adattamento moderno del celebre personaggio creato da Emilio Salgari, ma rappresenta anche un punto di svolta per la fiction italiana. Un progetto che rompe gli schemi, capace di parlare al pubblico nazionale e internazionale, mescolando avventura, romanticismo e impegno civile in un’unica, potente narrazione. In autunno, la fiction promette di essere molto più di una semplice serie: sarà un vero e proprio evento televisivo.
Perché Sandokan sarà la fiction dell'anno: grande evento su Rai 1
Fin dalle prime immagini e dalle anticipazioni, si percepisce la portata ambiziosa di questo titolo. Non è la solita fiction italiana girata in interni o con atmosfere domestiche. Qui si punta in alto, con un impianto produttivo da kolossal, una fotografia curata e uno stile narrativo che guarda ai grandi prodotti internazionali. Il coinvolgimento di attori come Can Yaman, volto ormai amatissimo anche dal pubblico italiano, Ed Westwick e John Hannah alza l’asticella e spinge la produzione oltre i confini tradizionali della Rai. Una scelta che cambia le regole del gioco e che rende Sandokan una serie con una vocazione globale.

Quello che colpisce è anche la capacità di rinnovare un mito senza tradirne l’essenza. Negli anni '70, la prima versione televisiva fu un successo travolgente, capace di entrare nell’immaginario collettivo. Questa nuova proposta, però, non si limita alla nostalgia. Al contrario, sceglie di rileggere il personaggio in chiave moderna, mettendo al centro la sua umanità, le sue origini, il suo scontro con un mondo ingiusto e corrotto. Un Sandokan più vicino ai nostri tempi, che parla anche alle nuove generazioni.
Il racconto si fa così più profondo, ma anche più attuale. La lotta contro il colonialismo, la ricerca di un’identità perduta, la tensione tra amore e dovere diventano elementi centrali di una narrazione che non ha paura di affrontare temi forti. La storia d’amore tra Sandokan e Marianna, figlia del console britannico, è solo uno dei tanti nodi emotivi che la fiction promette di esplorare. Un legame complesso e rivoluzionario, che rompe le barriere di cultura, classe e potere.
Non mancano, ovviamente, l’azione, le battaglie, gli scontri a fil di spada e le ambientazioni mozzafiato. Pur essendo girata tra Lazio, Toscana e Calabria, la serie ricostruisce con grande realismo il Borneo del XIX secolo, un mondo selvaggio e ancora inesplorato, popolato da tribù locali e dominato dalla presenza britannica. Una scenografia inedita per la Rai, che abbandona per una volta i paesaggi familiari della provincia italiana per offrire agli spettatori un viaggio esotico e avventuroso. Fa eccezione, almeno per il momento, quella de Il Conte di Montecristo che ha saputo portare i telespettatori in un altro universo.
Un protagonista al di fuori delle convenzioni
Anche il protagonista rompe le convenzioni. Sandokan non è il classico eroe positivo a cui ci hanno abituati le fiction italiane. È un personaggio forte, ma tormentato. Ha un codice morale, ma combatte con durezza. È carismatico, ma anche solitario. Un pirata che diventa simbolo di resistenza e libertà, capace di affrontare qualsiasi sfida per difendere ciò in cui crede. Al suo fianco, personaggi altrettanto intensi come Yanez e Marianna contribuiscono a costruire un affresco ricco di sfumature psicologiche. Sandokan non è solo una fiction d’azione, ma una serie che unisce generazioni diverse davanti allo schermo. Il tutto grazie ad un linguaggio accessibile ma mai banale, capace di parlare al cuore e alla mente. Una proposta pensata per le famiglie, ma con la forza e la complessità per catturare anche il pubblico più esigente.