Due italiani e travel blogger hanno preso la metro in Giappone e non solo, ecco che cosa fanno le persone prima di salire sul treno: ne sono rimasti ampiamente stupiti.
Atterrare in Giappone non è come arrivare in qualsiasi altro Paese del mondo. È un ingresso in una dimensione in cui rispetto, ordine e premura per gli altri non sono solo valori, ma regole di vita quotidiana. Lo sanno bene @thetravelization, due viaggiatori italiani che, tornati nel Sol Levante per un progetto speciale, hanno condiviso alcune delle usanze che più li hanno stupiti fin dal primo giorno. Del resto, molti come loro sono rimasti sorpresi da abitudini, come quelle nei supermercati, totalmente diverse dalle nostre.
La prima scena che ha colpito i due influencer non appena atterrati in Giappone è stata quella dei bagagli di viaggio. Mentre in molti aeroporti del mondo si assiste al caos delle valigie gettate con noncuranza, qui succede qualcosa di completamente diverso. Gli addetti al ritiro maneggiano i bagagli con delicatezza, evitando che sbattano tra loro o si rovinino. Le valigie vengono disposte in ordine, pronte per essere restituite ai passeggeri con una precisione quasi maniacale. Un gesto piccolo ma rivelatore: in Giappone c’è un profondo rispetto per le cose degli altri, che si manifesta anche nei dettagli.
Italiani in Giappone prendono la metro: cosa fanno le persone prima di salire sul treno
Un altro aspetto che lascia incantati è l'efficienza dei trasporti. I treni, compresi i famosi shinkansen, partono e arrivano al minuto. Nessun ritardo, nessuna confusione. È tutto scandito da una puntualità che in Europa sembra impossibile da raggiungere. Ma non è solo la precisione a fare la differenza. Prima di salire sulla metropolitana o sui treni locali, le persone si mettono in fila ordinatamente. Nessuna corsa, nessuna spinta. Anche in orari di punta, l’accesso ai mezzi avviene in maniera rispettosa, silenziosa, quasi coreografica. È la dimostrazione concreta di un sistema che funziona perché tutti ne rispettano le regole. Inoltre, sempre nei treni o comunque nelle metro, c'è spesso silenzio, proprio per rispettare gli altri.
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Una delle usanze che più sorprende chi arriva in Giappone per la prima volta è la fiducia diffusa tra le persone. Nei bar, nei negozi o nei conbini, i convenience store aperti 24 ore su 24, non è raro vedere clienti che lasciano telefoni, borse o oggetti personali incustoditi mentre si allontanano un momento. Nessuno li prende, nessuno li tocca. Rubare non è contemplato, perché alla base c’è un senso di collettività che supera l’interesse personale. Una scena che per molti viaggiatori occidentali appare quasi irreale, e che racconta molto di come la società giapponese abbia costruito un senso di civiltà condivisa.

Un’accoglienza che inizia da piccoli gesti
Quello che colpisce di più, forse, è che tutte queste usanze non sono eccezioni, ma la norma. Sono parte integrante di una cultura in cui l’altro è al centro. Anche un semplice addetto all’aeroporto, che evita che le valigie si danneggino sul nastro, dimostra una cura che difficilmente si vede altrove. È da qui che inizia un viaggio diverso, come raccontano @thetravelization, un’esperienza in cui ogni gesto, anche il più semplice, riflette un’attenzione costante verso chi ci sta intorno.
“Siamo troppo felici di essere tornati qui!” scrivono sui loro canali social. Il Giappone è diventato per loro una seconda casa, un luogo che continua a stupire e a insegnare. In questa nuova avventura racconteranno lati meno noti di Tokyo, Kyoto e Osaka, portando i loro follower alla scoperta di angoli meno battuti e di una cultura che, per quanto distante, riesce a far sentire tutti accolti.