È pericoloso dormire con il cellulare sul comodino, vicino alla testa, oppure non è un problema? La risposta del fisico e i suoi consigli.
Negli ultimi anni, il cellulare si è trasformato da semplice mezzo di comunicazione a compagno onnipresente nella vita quotidiana. La sua funzione non si limita più alle telefonate, ma si estende alla gestione delle attività domestiche, professionali e personali. Dalla domotica al lavoro da remoto, passando per i servizi bancari e gli acquisti online, lo smartphone è oggi uno strumento imprescindibile per affrontare la complessità del quotidiano. Sul piano relazionale, ha rivoluzionato il modo di mantenere i contatti. Social network, messaggistica istantanea e videochiamate rafforzano i legami, rendendo la comunicazione più fluida e accessibile, anche a distanza. Inoltre, offre una sensazione costante di sicurezza: sapere di poter chiedere aiuto in qualsiasi momento riduce l’ansia e rafforza il senso di controllo.
Il cellulare è anche una fonte continua di informazioni e intrattenimento. Notizie, video, musica, giochi e piattaforme educative sono accessibili ovunque. Tuttavia, questa accessibilità comporta anche rischi. Il gesto automatico di controllare lo schermo riflette nuove dinamiche psicologiche, spesso legate a un bisogno di gratificazione immediata. Nonostante i numerosi vantaggi, l’uso eccessivo può generare dipendenza, isolamento e conseguenze sulla salute, come disturbi del sonno o problemi posturali. Anche la qualità delle relazioni faccia a faccia può risentirne, così come la privacy personale, minacciata dalla continua condivisione di dati. Lo smartphone resta un potente alleato, ma solo se utilizzato con consapevolezza. Usarlo come supporto e non come guida delle proprie abitudini è la chiave per sfruttarne appieno il potenziale, evitando gli effetti negativi legati all’abuso.
Dormire con il cellulare sul comodino è pericoloso? Ecco la risposta dell'esperto
A proposito dei possibili effetti negativi del cellulare, viene spesso menzionato il problema delle onde elettromagnetiche. La tipologia di onde elettromagnetiche rilasciate dal cellulare, cioè, può rappresentare un pericolo per la nostra salute? A questa domanda, ha risposto un noto fisico, il professor Vincenzo Schettini. Sul canale 'La fisica che ci piace', l'esperto ha, in particolare, risposto a una curiosità precisa, che molte persone hanno: dormire con il cellulare acceso, posto sul comodino, e, quindi, vicino alla testa, è pericoloso? Per rispondere a questa domanda, il professore di fisica ha spiegato, prima di tutto, che le onde elettromagnetiche, a seconda della loro energia, possono essere ordinate in uno spettro e distinte in ionizzanti e non ionizzanti. I cellulari emettono e ricevono onde radio e microonde, che non sono ionizzanti. Ciò significa, cioè, che esse non hanno energia sufficiente a modificare la struttura della materia, e a indurre mutazioni del DNA.
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Dal sito della Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, l'esperto ha, dunque, letto una nota, in cui si dice che non esistono prove disponibili per affermare che vi sia un nesso tra il tumore al cervello e le onde emanate dal cellulare, in particolare se di nuova generazione. Allo stesso modo, però, avverte l'esperto, la comunità scientifica è d'accordo sul fatto che bisogna continuare a studiare, e approfondire. Pertanto, il fisico ha consigliato di non dormire con il cellulare troppo vicino alla testa, e cioè, ad esempio, sotto il cuscino. Per quanto riguarda il comodino, invece, non c'è problema.

Ergo, la risposta alla domanda posta nell'articolo è no: non è pericoloso dormire con il cellulare acceso sul comodino. La fisica spiega, infatti, che l'intensità delle radiazioni diminuisce con il quadrato della distanza. Quando c'è una distanza dalla testa di una quarantina di centimetri, per esempio, l'intensità delle onde elettromagnetiche diminuisce circa del 99%. La cosa da tenere a mente è, dunque, che l'esposizione alle radiazioni elettromagnetiche diminuisce notevolmente con la distanza. L'importante, dunque, è non tenerlo troppo vicino al nostro corpo.