Chef Fabiuccio prepara una ricetta golosissima e di classe: al classico piatto delle mezze maniche alla carbonara, l'amato chef aggiunge un ingrediente intenso, buono, speciale. Ecco quale, e come realizza il piatto.
Tra le espressioni più autorevoli della cucina romana, la pasta alla carbonara si distingue per il suo equilibrio tra povertà degli ingredienti e ricchezza di sapore. Nata probabilmente nel secondo dopoguerra, in un contesto segnato dalla presenza delle truppe alleate e dalla disponibilità di uova in polvere e bacon, la carbonara ha rapidamente assunto una forma più autentica, legata alla tradizione contadina dell’Appennino laziale. Le sue radici non affondano dunque in epoche antiche, ma si saldano a una cultura gastronomica che valorizza la materia prima e l'uso sapiente del guanciale, delle uova e del pecorino romano.
Particolarità essenziale della carbonara è l’assenza di panna, elemento che spesso compare in versioni deformate e poco rispettose della tradizione. Inoltre, il tuorlo, non il bianco, è il cuore della salsa, legata solo dal calore residuo della pasta, senza cotture aggiuntive. Questo passaggio ne esalta la cremosità naturale, lontana da artifici estranei alla cucina romana autentica. Invece, la gricia, sua antenata diretta, esclude l’uovo, privilegiando l’essenzialità del guanciale e del pecorino. La cacio e pepe rinuncia anche al grasso, riducendosi a un dialogo serrato tra formaggio e spezia. La amatriciana, infine, introduce il pomodoro, articolando una narrazione più tardiva e influenzata dal Meridione. La carbonara si erge dunque come emblema di sintesi, coniugando rusticità e tecnica. Non è solo un piatto, ma un gesto culturale che parla di identità, memoria e rigore.
Mezze maniche alla carbonara: Fabiuccio aggiunge del tartufo nero per un piatto di classe
Per alcuni, la ricetta della pasta alla carbonara non può essere cambiata, ma per altri, ci possono essere delle aggiunte particolari. Un noto chef italiano, Fabio Amato, in particolare, aggiunge un ingrediente di classe, che rende il piatto più particolare, ma senza andare contro la tradizione. È il tartufo nero: un ingrediente raffinato e saporito, che conferisce a questo piatto un gusto ancora più particolare e insolito. Gli ingredienti per preparare il piatto sono i seguenti: 200 grammi di guanciale, 300 grammi di mezze maniche, quattro tuorli d'uovo e un uovo intero, del tartufo nero, del pepe nero macinato al momento e 100 grammi di pecorino romano grattugiato. Fabiuccio, com'è conosciuto sui social, inizia tagliando il guanciale a cubetti o a listarelle, poi lo adagia in una padella ben calda, lasciandolo rosolare lentamente finché i pezzi non raggiungono una consistenza croccante e un colore ambrato.

Il grasso che si scioglie durante questa cottura sarà parte integrante del condimento. Nel frattempo, in una ciotola capiente, lo chef versa alcuni tuorli insieme a un uovo intero. Unisce una generosa quantità di pecorino romano, macina abbondante pepe nero e incorpora del tartufo finemente grattugiato. Aggiunge anche il grasso caldo del guanciale, mescolando con energia per ottenere una crema liscia e profumata. Mentre l’acqua leggermente salata raggiunge l’ebollizione, Amato cuoce la pasta con attenzione, scegliendo una cottura al dente. Approfitta del vapore della pentola per riscaldare delicatamente il composto d’uovo, mantenendolo fluido ma non cotto.
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Una volta scolata la pasta, la trasferisce subito nella ciotola, amalgamandola energicamente con la crema. A questo punto, incorpora i cubetti di guanciale croccante, mescola con cura e rifinisce il piatto con nuove lamelle di tartufo. Prima di servire, spolvera altro pecorino, un’ultima grattata di pepe e qualche scaglia fresca per esaltare l’aroma. La preparazione si conclude con un vero e proprio equilibrio tra intensità e delicatezza.