Nella serata di ieri, 20 maggio, è andata in onda la prima puntata del rifacimento americano di Doc su Rai 1, ma non convince del tutto: manca una cosa essenziale.
Il 20 maggio 2025 è andata in onda su Rai 1 la prima puntata del tanto atteso remake americano della celebre fiction italiana Doc – Nelle tue mani. Il titolo, ridotto semplicemente a Doc, ha lasciato spazio a grandi aspettative tra i telespettatori italiani, affezionati alla versione originale con Luca Argentero nei panni del dottor Andrea Fanti. Eppure, la risposta del pubblico non è stata quella sperata: il rifacimento d’oltreoceano non ha convinto del tutto, anzi. Le prime reazioni sui social sono state fredde, se non deluse.
La nuova versione americana ha debuttato negli Stati Uniti su Fox con ottimi ascolti, forte di una formula narrativa già collaudata. Protagonista è la dottoressa Amy Larsen, interpretata da Molly Parker, che prende il posto del personaggio originario italiano. La trama di fondo resta la stessa: un medico brillante che, a seguito di un grave trauma, perde la memoria degli ultimi otto anni di vita e deve ricostruirsi, sia sul piano personale che professionale.
Doc, perché il rifacimento americano su Rai 1 non convince: cosa manca
Ambientata a Minneapolis, la serie ha uno stile più algido rispetto al calore milanese della versione Rai. Amy Larsen, dopo un incidente d’auto, si risveglia senza ricordi recenti. Convinta di essere ancora sposata con Michael, ignora la morte del figlio avvenuta sette anni prima. Il suo ritorno in ospedale, tra sconcerto e diffidenza, si carica di tensione: nonostante la confusione mentale, Amy dimostra ancora un intuito clinico sorprendente, risolvendo un caso medico importante già nella prima puntata.
Nel frattempo, scopriamo che il collega Richard ha preso il suo posto come primario. Emergono verità sconosciute sulla vita passata della protagonista: una relazione segreta con il giovane medico Jake Heller (Jon-Michael Ecker), ora specializzando e già investito di grandi responsabilità. Tutti elementi pensati per alimentare il dramma e le tensioni, ma che non sono riusciti a colmare un vuoto ben più evidente.

Il vero "problema" del remake americano non sta tanto nella scrittura o nella recitazione, quanto nello spirito stesso del racconto. Doc – Nelle tue mani, nella versione italiana, aveva saputo coniugare dolore, umanità e un’ironia leggera ma costante. Quel tocco di empatia capace di scaldare anche le storyline più drammatiche. L’ironia del personaggio interpretato da Luca Argentero, il suo modo diretto ma mai freddo di affrontare la sofferenza, erano diventati il cuore della serie.
Nel remake americano, tutto questo si perde. La narrazione è cupa, priva di quelle sfumature che facevano di Doc un prodotto diverso dal solito medical drama. Gli americani hanno scelto la strada dell’intensità clinica, concentrandosi sui casi medici, le tensioni tra i reparti, le rivalità, le decisioni etiche e le crisi personali. Una struttura molto simile a quella di serie come The Resident o New Amsterdam.
La differenza con Luca Argentero
Il personaggio di Amy Larsen, pur ben interpretato, appare distante, quasi impenetrabile. La sua fragilità, come per Andrea Fanti, sarà effettivamente un punto di forza o, meglio, di rinascita? Potremmo certamente dire che manca, fin da subito, il legame e l'aspetto più 'umano' simile a quello creato con Andrea Fanti. Il remake di Doc è certamente una bella occasione di incontro tra culture televisive. Proprio da questo, naturalmente, nascono le differenze più importanti, proprio come il fatto che sia più incentrata sui casi clinici e sulle difficoltà del reparto, rispetto ai legami umani. Certamente va sottolineato che, ieri, è stata comunque la prima puntata. Le prossime, magari, saranno più incentrate sui legami tra i vari personaggi, anche se l'impronta 'americana' del medical drama resta.