Quale tipologia è consigliabile per chi inizia la carriera da libero professionista, a cosa fare attenzione ogni volta che si hanno dei guadagni, e quale documento dovrebbero realizzare tutti: ecco i tre consigli del noto commercialista per chi ha intenzione di aprire una partita IVA.
La partita IVA è un codice numerico di 11 cifre che identifica chi esercita un’attività economica autonoma. Si tratta di un elemento essenziale per operare legalmente nel sistema fiscale italiano, in quanto consente di emettere fatture, versare imposte e contributi, e organizzare il proprio lavoro in piena autonomia. Ogni posizione è registrata presso l’Agenzia delle Entrate, che ne garantisce la tracciabilità. Per i liberi professionisti, la partita IVA rappresenta uno strumento imprescindibile. Chi offre servizi o beni in modo abituale, soprattutto se i compensi superano i 5.000 euro annui, ha l’obbligo di aprirla.
Senza questo codice, non è possibile svolgere l’attività in forma regolare né costruire un percorso lavorativo indipendente. La sua presenza segna il passaggio da una prestazione occasionale a un’attività continuativa e strutturata. A differenza del lavoro dipendente, chi ha una partita IVA gestisce in modo autonomo orari, clienti e modalità operative, godendo di una libertà gestionale che costituisce uno dei principali vantaggi della libera professione. In definitiva, essa è il fondamento normativo per esercitare un’attività indipendente nel mercato italiano. Per tutti coloro che hanno intenzione di aprirla, però, conviene conoscere alcune cose, e seguire alcuni consigli.
Partita Iva: i tre consigli da seguire per tutti coloro che hanno intenzione di aprirla
A dare tre consigli fondamentali, per tutti coloro che hanno intenzione di aprire la partita Iva, è stato un noto esperto, e commercialista, italiano, il dottor Massimiliano Allievi. Prima di tutto, l'esperto ha suggerito, a tutti coloro che aprono la partita Iva per la prima volta, di valutare il regime forfettario. Questo, spiega il dottor Allievi, è un regime fiscale fatto apposta per chi vuole partire: ha una tassazione bassa, soprattutto per chi lo apre la prima volta (il 5% per i primi cinque anni di attività, per chi rispetta i requisiti), una contabilità un po' più semplice rispetto a tante altre tipologie di partite Iva, e anche un costo del commercialista mediamente più basso, rispetto ad altre soluzioni fiscali.
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Il secondo consiglio del commercialista è fondamentale. Dato che il pagamento delle tasse è molto diverso dal lavoro dipendente, perché è il lavoratore stesso a pagarle, l'esperto consiglia, infatti, di cambiare subito la mentalità, di fronte al pagamento delle tasse: con la partita Iva funziona in modo tale che si fattura più volte durante l'anno, si incassa e, quando si fa la dichiarazione dei redditi, si vanno a pagare le tasse. Ricordare sempre questo dettaglio è fondamentale. È, altresì, ancora più importante il terzo consiglio, il quale riguarda una cosa che dovrebbero fare tutti.

Il terzo, fondamentale consiglio
Il commercialista consiglia, infatti, a tutti coloro che si aprono la partita Iva di fare un business plan, o un budget: insomma, un documento con cui si pianificano i guadagni e i pagamenti da fare durante l'anno, e, se possibile, anche negli anni successivi. In questo modo, il lavoratore evita una confusione che, con la partita Iva, potrebbe essere molto dannosa. Nel documento bisognerà prevedere di guadagnare una certa somma e di spendere una certa somma. L'esperto consiglia di prevedere, in questo documento, anche un fondo tasse separato, rispetto alla gestione di cassa tradizionale. Meglio essere previdenti, insomma, che rischiare di fare un passo falso sin dall'inizio.