Busta paga, cosa sono le ferie in negativo e cosa succede se si viene licenziati: la spiegazione dell'esperto

Sulla busta paga avete letto che le ferie sono in negativo? Ecco cosa sono, come recuperarle e cosa succede se si viene licenziati quando queste sono ancora in debito.

Le ferie rappresentano un diritto irrinunciabile per ogni lavoratore subordinato, garantito dalla Costituzione e regolato dal Codice Civile. Si tratta di un periodo retribuito di astensione dal lavoro, destinato a favorire il recupero delle energie psicofisiche e a rispondere a necessità personali o familiari. La legge stabilisce una durata minima di quattro settimane annue, ma i contratti collettivi possono ampliarla. Le ferie maturano gradualmente con il passare del tempo, anche durante il periodo di prova o nei contratti inferiori a un anno.

La definizione del periodo in cui le ferie possono essere utilizzate spetta al datore di lavoro, che deve però tenere conto anche delle esigenze del dipendente. È obbligatorio fruire di almeno due settimane nell’anno in cui vengono maturate, mentre il resto può essere usato entro i successivi 18 mesi. Nel cedolino paga, le ferie sono tracciate in una sezione dedicata, dove appaiono voci come quelle maturate, quelle godute e le residue, che rappresentano la differenza tra le prime due. Questo saldo può includere anche ferie non utilizzate negli anni precedenti. In base al contratto o all’organizzazione aziendale, il calcolo può avvenire in giorni o in ore. Frequenti sono le abbreviazioni “ferie AC” (anno corrente) e “ferie AP” (anno precedente). Ogni mese, il saldo viene aggiornato tenendo conto delle ferie aggiunte e di quelle già utilizzate.

Busta paga: la guida dell'esperto sulle ferie in negativo

Talvolta, in busta paga, si può trovare anche il riferimento alle ferie in negativo. Ma cosa sono? Ebbene: le ferie in negativo, o ferie anticipate, si verificano quando un lavoratore usufruisce di più giorni di ferie rispetto a quelli effettivamente maturati. Si tratta di una concessione che non è prevista automaticamente dalla legge, ma che dipende dalla discrezionalità del datore di lavoro. La possibilità di anticipare le ferie può essere regolata da accordi individuali oppure da specifiche clausole del contratto collettivo applicato. Dal punto di vista contabile, in busta paga appare un saldo ferie negativo, segnalato con un valore sotto lo zero. Questo indica che il dipendente ha un debito verso l’azienda. Ma come recuperare questo debito? Ebbene: come spiega un noto esperto di diritto del lavoro, il dottor Riccardo Onano, basta non richiedere giorni di ferie nei mesi successivi.

Ogni mese, infatti, si accumulano circa 2,16 giorni di ferie: nel caso in cui si maturasse, dunque, un giorno di ferie in negativo, basterà non chiedere ferie per un mese, per recuperare i giorni in debito e ottenere altri giorni di ferie. Ma cosa succede se si viene licenziati, o ci si dimette, quando si hanno ancora giorni di ferie in negativo? L'esperto sottolinea che, nel caso in cui il rapporto di lavoro si interrompa prima che il debito venga sanato, l’importo corrispondente ai giorni anticipati ma non maturati verrà trattenuto dall’ultima retribuzione. Questo rende, quindi, essenziale una gestione prudente da parte del lavoratore.

Ferie in negativo
Delle ferie in montagna.

Si sottolinea che non esistono limiti minimi o massimi fissati dalla legge riguardo alle ferie in negativo. La loro estensione è determinabile dall’azienda o dai contratti collettivi. È comunque importante che le regole siano trasparenti e condivise per evitare malintesi. Questo strumento può risultare utile in situazioni specifiche, come nel caso di neoassunti, chiusure aziendali o necessità personali. Tuttavia, la sua flessibilità richiede una gestione accurata, sia per evitare complicazioni economiche per il lavoratore, sia per garantire un monitoraggio corretto da parte dell’azienda.