Ebbene sì: c'è un caso in cui, anche se l'ex coniuge fosse escluso dal testamento, gli spetterebbe una parte dell'eredità. Avvocato spiega i motivi e quando si verifica questa circostanza.
L’eredità consiste nell’insieme dei beni, diritti e obblighi trasmissibili agli eredi alla morte di una persona. Il subentro avviene in modo universale, escludendo però i rapporti strettamente personali, che si estinguono con il decesso. L’acquisizione dell’eredità avviene tramite accettazione, che può essere espressa o tacita, e va esercitata entro dieci anni. La successione può seguire due modalità: legittima, in assenza di testamento, oppure testamentaria, se il defunto ha disposto diversamente. In entrambi i casi, il coniuge superstite riceve una tutela particolare. Nella successione legittima, la quota spettante al coniuge varia in funzione dei familiari presenti.
In assenza di altri eredi, gli spetta l’intera eredità. In presenza di figli o genitori, riceve una quota variabile, ma comunque consistente, e conserva sempre il diritto di abitazione sulla casa familiare e l’uso dei suoi arredi, per tutta la vita. Quando esiste un testamento, il coniuge conserva il diritto a una quota legittima che non può essere leso. Tale quota può essere la metà, un terzo o un quarto dell’asse ereditario, a seconda della presenza di figli o ascendenti. In caso di comunione dei beni, al coniuge superstite resta la metà della comunione, mentre sull’altra metà si apre la successione. Se separato senza addebito, conserva i diritti successori; se divorziato, perde tali diritti, salvo eccezioni. I partner in unione civile hanno identici diritti successori. Insomma, il coniuge superstite è sempre un erede privilegiato, con tutele significative, anche in presenza di testamento o in situazioni familiari complesse.
Eredità: anche all'ex coniuge escluso dal testamento può spettare l'eredità, ecco quando
Non tutti sanno che anche l'ex coniuge può ricevere anche una parte dell'eredità, anche se non dovesse essere scritto il suo nome nel testamento, o se questo fosse esplicitamente escluso. Ne ha parlato un noto avvocato italiano, l'avvocato Matteo Ruffinotti, in un recente video pubblicato sui social. In particolare, l'esperto ha spiegato che se marito e moglie si sono separati, ma non hanno ancora divorziato, e uno dei due muore, l'altro eredita comunque.
Il diritto all'eredità, infatti, si perde solo con il divorzio: solo con questo, infatti, si potrà effettivamente escludere il coniuge dal testamento. Attenzione, però: l'avvocato ha ricordato che, se la separazione è stata con addebito, e cioè, è stata data la colpa all'eventuale coniuge sopravvissuto, magari per un tradimento, quest'ultimo perde i diritti successori. Può, dunque, soltanto chiedere una prestazione alimentare a carico dell'eredità, ma solo se era già stato riconosciuto il diritto agli alimenti, e solo finché dura lo stato di bisogno. A stabilirlo è l'articolo 585 del Codice Civile italiano. Nel caso in cui non sia stato finalizzato il divorzio e non ci sia stata la separazione con addebito, quindi, non si perde il diritto all'eredità.
