In Sicilia c'è un borgo incantato a picco sul mare: un vero paradiso terrestre, nascosto tra cielo e terra.
In cima a un monte che porta lo stesso nome, a 750 metri d’altezza, sorge uno dei gioielli più affascinanti della Sicilia: Erice. Dall’alto osserva la provincia di Trapani e regala scorci che sembrano dipinti, con il mare che si apre all’orizzonte e le Isole Egadi che spuntano come perle nel blu. In certi giorni, quando il cielo è limpido, si riesce perfino a scorgere l’isola di Ustica. Ma il vero incanto non è solo nel panorama: è tra le pietre antiche, nei vicoli silenziosi e nell’atmosfera che sembra sospesa nel tempo.
Sicilia, il borgo da sogno a picco sul mare: Erice è un vero paradiso
Visitare Erice è come aprire un libro di storia e immergersi nelle sue pagine più poetiche. Le stradine acciottolate si snodano come un labirinto tra mura fortificate, case in pietra e cortili nascosti decorati da fiori. Ogni angolo racconta un passato glorioso, fatto di conquiste, cultura e leggende. L’aria è intrisa di mistero, soprattutto quando la nebbia cala sul borgo, avvolgendolo in un silenzio ovattato che lo rende ancora più suggestivo. Passeggiare qui è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. A mostrare alcune immagini del posto sui social, i due influencer conosciuti come @havevanhavefun.
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Il monumento più celebre è senza dubbio il Castello di Venere, costruito tra il XII e il XIII secolo dai Normanni sui resti di un santuario dedicato a Venere Ericina, antica divinità della fecondità. La sua posizione, su uno sperone roccioso, regala una delle viste più spettacolari d’Italia: da qui lo sguardo abbraccia Trapani, le saline, le isole all’orizzonte e la costa che si perde verso l’infinito. Accanto, le Torri del Balio e il giardino che le circonda offrono una pausa rilassante. Il parco, realizzato nell’Ottocento dal conte Pepoli, è un piccolo angolo di verde dove la natura si fonde con l’arte del paesaggio. Qui si cammina tra pini, cipressi e aiuole curate, mentre il panorama continua a sorprendere.

Non lontano, la Torretta Pepoli custodisce un’anima più intima: nata come rifugio per studiosi e pensatori, oggi è uno dei luoghi più emozionanti del borgo, perfetto per chi cerca silenzio e bellezza. Il cuore spirituale di Erice batte nel suo Duomo, la Chiesa Madre, edificata nel 1312. All’esterno colpisce per il suo rosone elegante, all’interno affascina per le forme neogotiche che trasportano in un’atmosfera solenne. Accanto, la Torre di Re Federico regala un’ulteriore emozione: salire fino in cima significa scoprire un nuovo punto di vista sulla città e sulla campagna circostante.
Tradizioni che profumano di mandorle e storia
Erice non è solo bellezza da ammirare. È anche gusto, profumo, artigianato. Le sue pasticcerie storiche custodiscono antiche ricette nate nei conventi, e ancora oggi i visitatori fanno la fila per assaporare le famose genovesi ericine e i dolci di mandorla. Ogni morso è un ritorno alle origini, un piccolo rito che rende speciale ogni visita. L’artigianato locale aggiunge un ulteriore tocco di autenticità. Le ceramiche, i tappeti tessuti a mano, le borse in stile tradizionale raccontano una cultura fatta di gesti antichi, tramandati con amore da generazione in generazione.
L’incanto di Erice non ha stagione. In estate, la sua altitudine regala fresco anche nei giorni più caldi. In inverno, le nuvole che sfiorano i tetti trasformano il borgo in uno scenario surreale. Ovunque si guardi, c’è un angolo da fotografare, un punto da cui ammirare il Mediterraneo che brilla o le colline verdi che si estendono a perdita d’occhio. Erice è riconosciuta come uno dei borghi più belli d’Italia, e chiunque vi metta piede non può che darne conferma. Il tempo qui non corre. Vale la pena, dunque, visitarlo in qualsiasi stagione, non solo in estate. Andarci in primavera, permette di assistere a un vero e proprio risveglio della natura tra le sue pietre antiche. I cortili si riempiono di fiori e l'aria profuma di zangara e mandorli in fiore. Il periodo praticamente perfetto per chi cerca di fare un viaggio che sia rilassante e al tempo stesso contemplativo.