Dichiarazione dei redditi, è possibile portare in detrazione la mensa scolastica? Il chiarimento dell'Agenzia delle Entrate

Si può portare in detrazione la mensa scolastica, dichiarando le spese affrontate in dichiarazione dei redditi? L'Agenzia delle Entrate fa chiarezza.

Le detrazioni fiscali permettono di ridurre l’imposta lorda dovuta, abbattendo così l’IRPEF grazie a una serie di spese sostenute nell’anno precedente. Per ottenerle è necessario presentare la dichiarazione dei redditi tramite il Modello 730 o il Modello Redditi, assicurandosi di documentare correttamente ogni spesa. Dal 2020, per accedere alla maggior parte delle detrazioni è obbligatorio che i pagamenti siano effettuati con strumenti tracciabili, come carte, bonifici o assegni. La compilazione del modello richiede attenzione: le spese devono essere indicate nei quadri corretti, seguendo le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate. Alcuni dati sono precompilati, ma è consigliabile verificarne l’esattezza.

La percentuale di detrazione più comune è il 19%, ma esistono eccezioni, come i bonus edilizi, che prevedono aliquote maggiori. Tra le voci detraibili rientrano spese sanitarie, scolastiche, interessi sul mutuo, ristrutturazioni, assicurazioni e contributi previdenziali. Per l’istruzione, dal 2025 aumenta a 1.000 euro il tetto detraibile per figlio iscritto a scuole dell’infanzia, primarie o secondarie, con un rimborso massimo di 190 euro. Per l’anno d’imposta 2024 resta il limite precedente di 800 euro. Sono ammesse, tra le varie cose, le rette, i servizi integrativi e gite, ma non libri o trasporti privati. Le spese si indicano nel quadro E, righi E8-E10, con codice 12. Per l’asilo nido, la detrazione rimane a 120 euro (il 19% su un massimo di 632 euro per figlio), ma non è cumulabile con il bonus INPS. Le spese vanno dichiarate con il codice 33, un rigo per ogni bambino.

Dichiarazione dei redditi: il chiarimento dell'Agenzia delle Entrate sulla mensa scolastica

In merito alle detrazioni fiscali sulle spese legate all'istruzione, l'Agenzia delle Entrate ha offerto un chiarimento sulla mensa scolastica. Mediante la Posta di FiscoOggi, in effetti, l'Agenzia delle Entrate ha chiarito se fosse, o meno, possibile portare in detrazione le spese per la mensa scolastica del figlio che frequenta la scuola dell'infanzia. L'ente ha, prima di tutto, risposto in maniera affermativa, spiegando che l’attuale normativa consente la detrazione fiscale delle spese relative al servizio mensa per i figli iscritti alla scuola dell’infanzia.

Dichiarazione dei redditi mensa
Il chiarimento dell'Agenzia delle Entrate sulle spese per la mensa scolastica. (Fonte: Twitter - X - Agenzia delle Entrate).

In particolare, l'ente ha precisato che, con l’entrata in vigore della legge n. 207/2024, la disciplina è stata ulteriormente aggiornata: è stato infatti aumentato a 1.000 euro il limite massimo detraibile per ciascun alunno, con riferimento alle spese sostenute a partire dal 2025. Tale novità riguarda l’intero primo ciclo di istruzione, e comprende anche la scuola dell’infanzia. Nell’ambito di queste spese rientrano anche i costi per la mensa scolastica, nonché per i servizi scolastici integrativi, come l’assistenza durante i pasti e le attività di pre e post scuola. L’Agenzia ha chiarito che la detrazione è ammessa anche se il servizio non è stato formalmente deliberato dagli organi scolastici, a condizione che sia previsto dall’ordinamento scolastico.

Inoltre, il diritto alla detrazione resta valido anche quando la mensa è gestita non direttamente dalla scuola ma tramite il Comune o soggetti terzi. Tale impostazione trova conferma nella circolare n. 14/2023, che riconosce il carattere istituzionale di questi servizi nell’ambito della scuola pubblica, comprese le scuole primarie e secondarie di primo grado. Si consente, così, un’applicazione più ampia del beneficio fiscale, offrendo un concreto sostegno alle famiglie per le spese scolastiche quotidiane.