Il cliente può denunciare un negoziante che non rilascia lo scontrino? Un noto esperto fa chiarezza: ecco cosa è possibile fare e come farlo.
Non rilasciare lo scontrino, per la maggior parte dei negozianti, è un illecito. Ciò significa che, pur non essendo considerabile come un reato e, dunque, pur non essendo possibile fare una denuncia penale alle Forze dell'Ordine (tranne che in alcuni, particolari casi), è possibile segnalarlo a chi di competenza. Questo, in modo tale che il commerciante stesso venga multato per tale illecito. A rivelarlo, è stato un noto esperto italiano, l'avvocato Angelo Greco: quest'ultimo ha fatto chiarezza sulle cose che si possono fare, e su chi, effettivamente, commette un illecito, non rilasciando la ricevuta fiscale. Prima di tutto, l'esperto ha spiegato che il documento commerciale va emesso con un registratore telematico, che invia tutto all'Agenzia delle Entrate. Il commerciante deve consegnare, poi, una copia cartacea o digitale.
Ci sono, però, alcune categorie esonerate dal rilascio dello scontrino: i giornalai, per i giornali, i tabaccai, per i valori bollati, e i venditori ambulanti, con regole particolari. Tutte le altre categorie sono obbligate a rilasciare lo scontrino o la fattura: l'avvocato sottolinea che, per queste categorie, non ci sono scusanti, nemmeno se hanno chiuso la cassa. L'esperto ha, in effetti, spiegato che chi non lo fa, rischia una sanzione amministrativa di almeno 500 euro, anche se l'importo non dichiarato è di pochi euro. Inoltre, aggiunge Angelo Greco, c'è anche il rischio di sospensione dell'attività, per chi lo fa quattro volte in cinque anni. Più si segnalazioni si ricevono, più controlli si rischiano: questo perché, secondo l'Agenzia delle Entrate, il contribuente sia un potenziale evasore.
Scontrino: bisogna denunciare il commerciante? Avvocato spiega cosa bisogna fare e sfata un mito
Ma esistono, invece, degli obblighi, in questi casi, per i clienti? Ebbene, no. L'avvocato spiega, infatti, che il cliente non ha alcun obbligo di chiedere lo scontrino, e non è nemmeno tenuto a conservarlo. Angelo Greco ha, in effetti, sfatato un mito: chi viene fermato senza scontrino per strada non rischia nulla, dato che la legge che obbligava a conservare lo scontrino e a esibirlo in caso di richiesta, è stata abolita nel 2003. Ciònonostante, però, conservare lo scontrino può aiutare per molte cose: per chiedere il reso, per la garanzia e per le detrazioni fiscali. Per questo motivo, il cliente può segnalare chi non rilascia lo scontrino.
Ma come fare? Si può segnalare in due modi: alla Guardia di Finanza, chiamando il 117, o all'Agenzia delle Entrate, scrivendo una PEC o una raccomandata al Comando Provinciale. Pur non essendo una denuncia, è una segnalazione importante e, come abbiamo detto, il commerciante può essere multato. C'è, infine, anche un caso in cui il commerciante può rischiare una condanna penale per evasione fiscale, se non rilascia lo scontrino: è il caso, spiega l'esperto, in cui si dovessero superare delle soglie enormi di evasione, come 100.000 euro all'anno. Negli altri casi, la condotta rientra nell'ambito delle sanzioni amministrative. Il singolo scontrino saltato, conclude l'esperto, non manda, dunque, nessuno in galera, ma può far male all'esercente.
Evasione fiscale: reato o illecito?
L'evasione fiscale rappresenta una condotta illegale finalizzata a sottrarre risorse allo Stato attraverso la violazione degli obblighi imposti in materia tributaria. In Italia, il sistema giuridico distingue chiaramente tra forme meno gravi, qualificate come illeciti amministrativi, e quelle più serie che configurano veri e propri reati penali. Questa distinzione si basa su criteri di gravità e su precisi limiti stabiliti dalla normativa. Nel caso in cui l'evasione non superi determinate soglie, viene trattata come illecito amministrativo. In tali circostanze, l’autore del comportamento scorretto è soggetto a sanzioni di natura pecuniaria, come multe e maggiorazioni dell’importo dovuto, calcolate in proporzione all’entità dell’infrazione. Tuttavia, queste sanzioni non comportano conseguenze penali, trattandosi di violazioni considerate di minore impatto per l’interesse pubblico.

Al contrario, l’evasione fiscale assume rilevanza penale quando supera i limiti previsti dal Decreto Legislativo n. 74 del 2000. Tra le ipotesi più comuni si annovera la dichiarazione fraudolenta, che consiste nell’uso di documentazione falsa per giustificare operazioni mai avvenute. In questo caso, la legge prevede la reclusione da quattro a otto anni. Un’altra fattispecie è la dichiarazione infedele, ovvero la presentazione di dati non veritieri con lo scopo di ridurre artificialmente il carico fiscale.
Tale condotta diventa reato se il valore dell’imposta evasa supera i 100.000 euro o se i redditi occultati rappresentano oltre il 10% del totale dichiarato, con pene detentive fino a quattro anni e mezzo. Anche l’omessa dichiarazione, cioè la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi, rientra tra i reati penali se l’importo evaso è superiore a 50.000 euro, comportando una pena che può arrivare a cinque anni di carcere. Ancora più grave è l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Questa costituisce sempre un reato e può comportare una reclusione da sei mesi fino a otto anni.