Spese universitarie, è possibile detrarre quelle per i corsi di preparazione ai test di ingresso? La guida dell'Agenzia delle Entrate

Si possono detrarre le spese sostenute per i corsi di preparazione ai test di ingresso alle facoltà universitarie? Ecco la risposta e la spiegazione dell'Agenzia delle Entrate.

Frequentare l’università in Italia, oggi più che mai, ha un costo che pesa su molte famiglie. Ma c’è una strada per alleggerire la spesa: la detrazione fiscale del 19% per le spese universitarie. Si tratta di un beneficio previsto dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), che permette ai contribuenti di recuperare parte dell’investimento destinato all’istruzione superiore. L’agevolazione si applica a chi sostiene spese per corsi universitari, master, dottorati e anche per la formazione artistica e musicale (AFAM), oltre ai percorsi negli Istituti Tecnici Superiori (ITS). Vale sia per gli atenei statali che non statali, italiani o stranieri, purché riconosciuti dal Ministero dell’Università e della Ricerca.

Chi frequenta un’università pubblica può detrarre il 19% senza limiti di spesa. Per le università private, invece, entrano in gioco soglie specifiche: variano in base alla facoltà e alla zona geografica. Un corso di laurea in Medicina al Nord, ad esempio, consente di detrarre fino a 741 euro, a fronte di un massimo di 3.900 euro di spesa riconosciuta. Per ottenere la detrazione è essenziale pagare con metodi tracciabili e conservare tutta la documentazione: ricevute, certificati d’iscrizione, eventuali test d’ingresso. In caso di spese per un familiare a carico, conviene presentare anche l’ISEE, utile a dimostrare la condizione familiare. Attenzione però ai redditi alti: sopra i 120.000 euro annui, la detrazione comincia a ridursi fino ad azzerarsi a quota 240.000. Un piccolo sconto, certo. Ma, nel mare di tasse e balzelli, anche un'agevolazione mirata può fare la differenza per chi punta a investire nell’istruzione.

Detrazioni spese universitarie: possibile usufruirne anche per i corsi di preparazione ai test di ingresso?

A proposito di spese universitarie, un contribuente ha chiesto all'Agenzia delle Entrate, mediante il canale ufficiale de La Posta di FiscoOggi, se fosse possibile usufruire delle detrazioni fiscali per le spese sostenute per i corsi universitari sostenuti per i test di ingresso alle facoltà universitarie. La risposta, che fa riferimento alla risoluzione n. 87/E del 2008, non lascia spazio a interpretazioni. Il contributo pagato per partecipare alle prove di selezione – laddove queste siano obbligatorie per accedere al corso di laurea – rientra tra gli oneri detraibili. In altre parole, se la facoltà prevede un test d’ingresso come requisito formale per l’iscrizione, il costo del test stesso può essere portato in detrazione nella dichiarazione dei redditi, ai sensi dell’articolo 15 del TUIR.

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La risposta dell'Agenzia delle Entrate. (Fonte: Twitter - X).

Diverso, invece, il discorso per le spese legate ai corsi di preparazione ai test. Anche se utili, spesso costosi e sempre più diffusi, non rientrano tra le spese detraibili. Secondo quanto spiegato dall’Agenzia, infatti, questi corsi non possono essere considerati parte integrante dell’attività universitaria, poiché non sono né richiesti né riconosciuti dall’ordinamento accademico. Il principio guida è semplice: solo ciò che è obbligatorio per accedere o frequentare il percorso universitario può essere detratto. E questo, in concreto, significa che le famiglie possono risparmiare qualcosa già nella fase di selezione, ma non durante la preparazione. La risposta alla domanda sui corsi di preparazione ai test di ingresso è, dunque, negativa: non è possibile detrarre le spese per questi ultimi, ma solo per i test veri e propri.