Detrazioni spese sanitarie, l'Agenzia delle Entrate scioglie ogni dubbio: quali interventi non possono essere considerati

L'Agenzia delle Entrate ha chiarito ogni dubbio sulle detrazioni per le spese sanitarie, rivelando se è possibile, o meno, considerare tra queste ultime anche le spese per interventi di chirurgia estetica.

Le detrazioni per spese sanitarie sono tra le agevolazioni fiscali più richieste dai contribuenti italiani. Permettono di ottenere uno sconto sull’IRPEF (Imposta sul reddito delle persone fisiche) per una parte delle spese mediche sostenute nel corso dell’anno. Ma chi può beneficiarne e come funziona il meccanismo di detrazione? Possono usufruire della detrazione tutti i contribuenti che presentano la dichiarazione dei redditi tramite modello 730 o modello Redditi. Non riguarda solo le spese mediche sostenute in prima persona, ma anche quelle per i familiari fiscalmente a carico, compresi coniuge e figli con un reddito annuo inferiore a 2.840,51 euro (o 4.000 euro per i figli fino a 24 anni). In alcuni casi, la detrazione si applica anche per spese sostenute per familiari non a carico affetti da patologie esenti dal ticket sanitario, fino a un limite di 6.197,48 euro annui.

Per calcolare la detrazione, bisogna fare delle operazioni semplicissime: l'IRPEF, in particolare, si riduce del 19% sulle spese sanitarie sostenute nell’anno fiscale precedente, ma solo sulla quota che supera i 129,11 euro di franchigia. In pratica: si sommano tutte le spese mediche, si sottrae la franchigia di 129,11 euro e, infine, si calcola il 19% sull’importo risultante. Ad esempio, se le spese ammontano a 500 euro, la detrazione si applica su 370,89 euro (500 - 129,11), portando a uno sgravio fiscale di 70,47 euro. Se la cifra spesa supera 15.493,71 euro, è possibile suddividere la detrazione in quattro quote annuali di pari importo.

Detrazioni spese sanitarie: quali spese sono detraibili e quali non possono essere considerate

L’agevolazione copre una vasta gamma di spese, tra cui: visite mediche specialistiche e generiche, comprese quelle di medicina omeopatica, l'acquisto di farmaci, sia da banco che con prescrizione e gli esami diagnostici, come TAC, risonanze magnetiche e analisi di laboratorio. E ancora, le terapie riabilitative e le fisioterapia, l'assistenza infermieristica e riabilitativa e l'acquisto di dispositivi con utilizzo medico, come gli occhiali da vista e gli apparecchi acustici. Anche le spese correlate agli interventi chirurgici e ai ricoveri ospedalieri possono essere considerate.

Detrazioni spese sanitarie
Il chiarimento dell'Agenzia delle Entrate su Twitter - X.

A proposito di interventi chirurgici, però, bisogna fare una distinzione importante: su questo argomento, in effetti, si è concentrata anche l'Agenzia delle Entrate, nella risposta che ha dato recentemente a una contribuente, la quale ha chiesto se fosse possibile inserire tra le spese sanitarie anche quella per una lipolisi laser assistita, e cioè un intervento finalizzato a eliminare il tessuto adiposo in eccesso, con funzioni estetiche e non mediche. Attraverso il canale ufficiale 'La Posta di FiscoOggi', l'Agenzia delle Entrate ha spiegato quali interventi non possono essere considerati.

In particolare, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito un punto fondamentale sulle spese sanitarie detraibili: non basta che un intervento sia eseguito da un medico perché rientri tra quelle ammesse. È necessario che abbia una finalità strettamente terapeutica e sia mirato alla cura di una patologia riconosciuta. Di conseguenza, le prestazioni di chirurgia estetica e medicina estetica non danno diritto alla detrazione, a meno che non siano necessarie per il recupero della normalità sanitaria e funzionale della persona.

Il chiarimento dell'Agenzia delle Entrate

Nel caso specifico della lipolisi laser assistita, l’intervento è stato considerato non detraibile perché finalizzato a migliorare l’aspetto estetico, senza una chiara esigenza medica. La stessa regola si applica a tutte le procedure estetiche che non derivano da incidenti, malattie o malformazioni congenite, anche se eseguite da personale sanitario qualificato. Questo principio era già stato ribadito nella circolare n. 3/2016, confermando che l’agevolazione fiscale riguarda solo gli interventi con un reale scopo terapeutico. Un aspetto importante riguarda anche l’IVA sulle prestazioni sanitarie. Con l’introduzione dell’articolo 4-quater del Dl n. 145/2023, è stata prevista l’esenzione dall’IVA anche per gli interventi di chirurgia estetica, ma solo se volti a diagnosticare o curare una malattia, o a tutelare e ristabilire la salute, anche dal punto di vista psicofisico. Tuttavia, per beneficiare di questa esenzione, è necessaria un’attestazione medica che certifichi la reale finalità terapeutica del trattamento.

Il principio generale, dunque, è chiaro: se un intervento serve solo a migliorare l’aspetto estetico, senza una patologia da curare, non può essere considerato una spesa sanitaria detraibile. Un dettaglio che può fare la differenza per chi valuta di sottoporsi a un trattamento estetico sperando di recuperare una parte della spesa attraverso la dichiarazione dei redditi.

I documenti da conservare e i dettagli sulle spese mediche all'estero

Per completezza, ricordiamo che per oottenere la detrazione, è fondamentale avere una documentazione completa. Le fatture, le ricevute e gli scontrini parlanti devono essere conservati per almeno cinque anni, nel caso di eventuali controlli dell’Agenzia delle Entrate. Dal 2020, il pagamento deve avvenire con metodi tracciabili (carte, bonifici o assegni) per poter beneficiare della detrazione. Fanno eccezione i farmaci e i dispositivi medici acquistati in contanti.

Chi sostiene spese sanitarie all’estero può ugualmente richiedere la detrazione, ma deve presentare una traduzione ufficiale della documentazione. Se si dispone di un’assicurazione sanitaria, si possono detrarre le spese solo se i contribuenti non hanno già dedotto il premio della polizza, o se non l'hanno detratto dal reddito. Sapere come funziona questa agevolazione fiscale può, dunque, fare la differenza nel bilancio familiare, permettendo un risparmio concreto sulle imposte.