Lavoro nero, buone notizie per chi ha lavorato senza versamento dei contributi: esperto spiega come potrà recuperarli per andare in pensione

Lavoro nero: un noto esperto rivela un'importante novità per chi ha lavorato senza versamento dei contributi. Ecco i dettagli e la spiegazione.

Il lavoro nero resta una piaga diffusa in Italia, con conseguenze pesanti per i lavoratori, soprattutto sul piano previdenziale. L’assenza di un regolare contratto comporta infatti la mancata contribuzione all’INPS, privando il dipendente di fondamentali tutele e mettendo a rischio il suo futuro pensionistico. Chi ha lavorato senza un regolare contratto potrebbe, infatti, incontrare difficoltà nel raggiungere i requisiti contributivi per la pensione, ritrovandosi con un numero insufficiente di anni di versamenti per accedere all'assegno previdenziale. Anche per chi riesce comunque a maturare il diritto alla pensione, l'importo finale sarà sensibilmente ridotto, poiché il calcolo dell'assegno si basa proprio sui contributi versati nel corso della carriera lavorativa.

Oltre all'aspetto pensionistico, la mancanza di regolarizzazione comporta anche un'assenza di coperture assicurative essenziali, come quelle per malattia, infortunio e disoccupazione. Un lavoratore in nero, infatti, non può contare sul sostegno economico dell’INPS in caso di problemi di salute o incidenti sul lavoro, rischiando di trovarsi senza alcuna tutela nei momenti di maggiore difficoltà. Allo stesso modo, in caso di perdita del lavoro, non avrà accesso agli ammortizzatori sociali, come la disoccupazione, rendendo ancora più precaria la sua condizione economica.

Lavoro nero: esperto segnala l'importante novità per il 2025

Una novità importante, però, l'ha introdotta, nel 2025, il Decreto Lavoro, convertito nella legge 203/2024, che permette di riscattare anche i periodi di lavoro nero prescritti. Ne ha parlato anche un noto esperto di diritto del lavoro, il dottor Riccardo Onano. In particolare, Onano ha spiegato che coloro che hanno lavorato senza il versamento dei contributi, e questi sono, ormai, prescritti, dal 2025 potranno versare autonomamente i contributi, che vanno a coprire un periodo di massimo cinque anni, in cui non sono stati versati. Grazie a questa misura, i lavoratori possono ora chiedere la costituzione di una rendita vitalizia, versando di tasca propria i contributi non pagati dal datore di lavoro.

L'opzione è valida anche per chi è già in pensione e desidera aumentare l'importo dell'assegno, oltre che per gli eredi di lavoratori deceduti. Il costo del riscatto viene calcolato applicando l’aliquota contributiva vigente, pari a circa il 33% della retribuzione lorda. Per chi guadagnava 35.000 euro all’anno, ad esempio, il riscatto costerebbe circa 11.550 euro. È importante, però, ricordare che, per poter fare domanda, è necessario fornite delle prove che attestano che in quel determinato periodo di tempo c'è, effettivamente, stato un rapporto di lavoro. I lavoratori dovranno, quindi, farsi carico del versamento, in maniera autonoma. Pur dovendo pagare, però, i lavoratori avranno la possibilità di andare in pensione prima. Un'occasione importante, dunque, per rimediare al problema.

Lavoro nero
Il calcolo dei contributi da pagare.