Detrazioni familiari a carico, è possibile chiederle per i figli del coniuge deceduto? Il chiarimento dell'Agenzia delle Entrate

Nel 2025, sono cambiate le regole riguardanti le detrazioni dei familiari a carico. Ma quest'anno è possibile ottenerli per i figli del coniuge deceduto, se conviventi con chi le chiede? Ecco la risposta dell'Agenzia delle Entrate.

Le detrazioni per familiari a carico hanno cambiato volto nel 2025, con le novità introdotte dalla Legge di Bilancio. La modifica più rilevante riguarda i figli a carico: la detrazione di 950 euro per figlio verrà riconosciuta solo nella fascia d’età tra 21 e 30 anni. Per i più giovani, invece, il beneficio è già inglobato nell’assegno unico universale. L'unica eccezione? I figli con disabilità, per cui la detrazione resta valida senza limiti di età. Cambia anche il quadro per gli altri familiari a carico. La detrazione di 750 euro sarà concessa soltanto per genitori e nonni conviventi (e, quindi, i parenti 'ascendenti'), mentre scompare del tutto per fratelli, sorelle, suoceri e altri parenti conviventi e non conviventi.

I limiti di reddito rimangono invariati: 2.840,51 euro annui per chi ha più di 24 anni e 4.000 euro per i più giovani. Ma c’è un’altra novità importante: chi guadagna oltre 75.000 euro dovrà fare i conti con un tetto alle detrazioni, calcolato in base al numero di figli a carico. Per i redditi tra 75.000 e 100.000 euro, il massimo detraibile sarà di 14.000 euro per chi ha almeno tre figli, mentre chi non ne ha potrà scaricare al massimo 7.000 euro. Obiettivo delle nuove misure? Razionalizzare il sistema e concentrare il sostegno sulle famiglie con figli giovani e redditi medio-bassi.

Detrazioni familiari a carico: come funziona con i figli del coniuge deceduto?

Al netto di queste modifiche, dunque, come funziona per i figli a carico, dell'età che va dai 21 ai 30 anni, se questi sono figli del coniuge deceduto, ma non del genitore rimasto in vita? Può, in ogni caso, anche quest'ultimo usufruire delle detrazioni per figli a carico, nel caso in cui questi ultimi convivano con il vedovo o la vedova del loro genitore? È questo il contenuto di una domanda, posta da una contribuente, la quale ha chiesto all'Agenzia delle Entrate se fosse possibile usufruire delle detrazioni per familiari a carico, per la figlia ventiquattrenne del marito deceduto, la quale convive attualmente con lei. Mediante la Posta di FiscoOggi, l'Agenzia delle Entrate ha chiarito che la risposta è affermativa: anche il coniuge superstite può usufruire della detrazione per figli a carico, anche se non sono biologicamente suoi, a patto che convivano con lui o lei.

Detrazioni familiari a carico
La risposta dell'Agenzia delle Entrate. (Fonte: Twitter - X - Agenzia delle Entrate).

A stabilirlo è la legge n. 207/2024, che ha introdotto modifiche importanti sulle detrazioni per carichi di famiglia. In particolare, l’articolo 1, comma 11 della normativa ha aggiornato il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), riconoscendo la detrazione di 950 euro per ciascun figlio a carico di età compresa tra 21 e 30 anni, a prescindere dal legame di sangue. Questa agevolazione si applica, quindi, non solo ai figli biologici, ma anche ai figli nati fuori dal matrimonio, riconosciuti, adottivi, affiliati o affidati. Inoltre, rientrano nel beneficio anche i figli del coniuge deceduto, a condizione che convivano con il coniuge superstite. Resta ferma, infine, la possibilità di usufruire della detrazione senza limiti di età per i figli con disabilità accertata, come previsto dall’articolo 3 della legge n. 104/1992.