La carta forno contiene sostanze cancerogene? L'esperto: "La risposta non è semplice"

Negli ultimi anni, sempre più persone si interrogano sulla sicurezza degli strumenti utilizzati in cucina.

Tra questi, la carta forno è spesso al centro dell’attenzione per la possibile presenza di sostanze dannose. La dottoressa Nartea spiega quali sono i reali rischi associati al suo utilizzo e cosa bisogna considerare per ridurre al minimo eventuali problemi per la salute. Molti si chiedono se la carta forno sia cancerogena. La risposta non è semplice e dipende da diversi fattori. I PFAS, contaminanti potenzialmente dannosi, vengono impiegati nel processo di produzione della carta forno per garantirne la resistenza ai grassi e all’umidità. Questo trattamento permette di utilizzarla per la cottura senza che si deteriori facilmente. Tuttavia, alcuni studi suggeriscono che residui di queste sostanze potrebbero trasferirsi al cibo, anche se in quantità molto inferiori rispetto a quelle considerate pericolose nelle acque potabili e nelle falde acquifere.

 

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Cosa considerare quando si sceglie la carta forno

Uno degli aspetti più importanti è la certificazione dei materiali. Non tutte le carte forno presenti sul mercato garantiscono l’assenza di PFAS, poiché non tutti i produttori adottano processi alternativi a queste sostanze. Per ridurre i rischi, è consigliabile verificare sempre la presenza di certificazioni che garantiscano l’assenza di composti chimici dannosi. Leggere attentamente le etichette aiuta a scegliere prodotti più sicuri e adatti alla cottura. Le alternative esistono, ma non tutte sono prive di rischi. Alcuni sostituti della carta forno, come i fogli riutilizzabili in silicone, possono contenere materiali non sempre privi di controversie. È quindi fondamentale fare attenzione e preferire prodotti certificati, in modo da evitare possibili esposizioni a sostanze indesiderate.

Un’altra opzione è rappresentata dall’utilizzo di metodi di cottura che non richiedano carta forno, come l’impiego di teglie in vetro o ceramica antiaderente, che permettono di ridurre l’uso di materiali potenzialmente problematici. Anche l’utilizzo di oli naturali per ungere le superfici può essere una soluzione valida per evitare l’uso della carta forno senza rinunciare alla praticità in cucina.

Cosa dice la scienza sui PFAS nella carta forno

Ad oggi, la comunità scientifica sta ancora indagando sugli effetti a lungo termine dei PFAS nella carta forno. Sebbene le quantità trasferite agli alimenti siano considerate molto basse, gli esperti raccomandano comunque di limitare l’esposizione a queste sostanze il più possibile. In attesa di dati definitivi, è sempre meglio scegliere con consapevolezza e valutare alternative certificate e garantite per l’uso alimentare.

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Una carta forno senza PFAS si potrà trovare, ma costerà sicuramente di più.

Essere informati sui materiali che entrano in contatto con il cibo è fondamentale per adottare scelte più sicure e salutari. Prestare attenzione alla qualità della carta forno utilizzata può fare la differenza nella riduzione dell’esposizione a composti potenzialmente dannosi.