Lavoro, il datore può leggere le mail del dipendente in un solo caso: "Fate attenzione"

È possibile, per il datore di lavoro, leggere le mail del dipendente, ma in un solo caso: ecco la spiegazione della nota consulente del lavoro.

Nel contesto lavorativo italiano, la privacy del dipendente è tutelata dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) e dallo Statuto dei Lavoratori (Legge n. 300/1970). Il datore di lavoro ha il diritto di acquisire solo le informazioni strettamente necessarie per la gestione del rapporto di lavoro, rispettando la riservatezza del lavoratore. Le informazioni che un’azienda può richiedere riguardano i dati anagrafici, il codice fiscale, il domicilio e la residenza, necessari per l’inquadramento contrattuale e fiscale. Può inoltre richiedere documenti relativi a titoli di studio, certificazioni professionali ed esperienze lavorative, utili per valutare la compatibilità con la posizione offerta. Nel caso di mansioni specifiche, può essere richiesta l’idoneità fisica, verificata dal medico competente.

Tuttavia, il datore di lavoro non può indagare sulla vita privata del dipendente, incluse le opinioni politiche, religiose, stato civile o orientamento sessuale. È vietato anche raccogliere dati su appartenenza sindacale e precedenti penali, salvo specifiche eccezioni previste dalla legge. Il controllo sulle attività lavorative deve avvenire nel rispetto della privacy: monitoraggi su email aziendali o dispositivi di lavoro sono ammessi solo previa informativa chiara al dipendente. Infine, il trattamento dei dati personali deve avvenire con criteri di necessità, proporzionalità e trasparenza, garantendo il diritto alla riservatezza del lavoratore.

Il datore di lavoro può leggere le mail del dipendente, ma in un solo caso: ecco quale

Come spiega anche una nota consulente del lavoro, la dottoressa Sabrina Grazini, per la tutela della privacy del dipendente, i datori di lavoro non possono assolutamente leggere la posta elettronica del dipendente. Ci sono, in effetti, ben due norme a tutela dei lavoratori, in questo caso. La prima norma è l'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori, sul controllo dei dipendenti a distanza. La seconda, invece, è il GDPR, e cioè il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, ovvero il regolamento europeo 2016/679. Questo disciplina tutte le informazioni dettagliate che il datore di lavoro deve preventivamente comunicare al lavoratore, sul fatto che potrebbero esserci dei controlli.

 

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Inoltre, ha aggiunto la consulente del lavoro, la Corte di Cassazione ha precisato che c'è un caso in cui i controlli della posta elettronica del dipendente possono essere effettuati, con l'ordinanza 807, pubblicata il 13 gennaio 2025. Si tratta, però, di un caso raro, in quanto devono essere rispettate determinate condizioni. In particolare, spiega l'esperta, per poter controllare le mail del dipendente, deve esserci un concreto sospetto che quest'ultimo abbia commesso un illecito. Inoltre, sottolinea l'esperta, potrà essere controllata esclusivamente la posta elettronica, e non altre conversazioni.

Lavoro datore mail
Il controllo della posta elettronica dei dipendenti è previsto in un solo caso.