Lavoro, l'ex coniuge può avere diritto a una parte del TFR: ecco quando e a cosa fare attenzione

Ci sono dei casi in cui l'ex coniuge può avere diritto a una parte del TFR: avvocato rivela i casi e a cosa bisogna fare attenzione.

Il divorzio rappresenta la cessazione definitiva del vincolo matrimoniale e sancisce la fine degli obblighi reciproci derivanti dal matrimonio. Tuttavia, nonostante la rottura del legame coniugale, esistono diritti e doveri che possono permanere tra gli ex coniugi, regolati dalla legge in base a principi di equità e tutela. Uno degli aspetti centrali riguarda il mantenimento o assegno divorzile. Questo viene riconosciuto a uno degli ex coniugi se ricorrono condizioni di disparità economica derivanti dal matrimonio. Il giudice valuta elementi come la durata del matrimonio, il contributo dato da ciascun coniuge alla famiglia, l’età, la salute e la capacità di reinserimento lavorativo del richiedente. L’assegno non ha solo una funzione assistenziale, ma può includere anche finalità compensative e perequative, tenendo conto del sacrificio economico di uno dei coniugi a favore dell’altro.

Un altro aspetto rilevante è l’eventuale diritto alla casa coniugale, che può essere assegnata al genitore affidatario dei figli, per garantire la stabilità familiare. Inoltre, il divorzio non estingue i diritti nei confronti dei figli, mantenendo inalterati gli obblighi di mantenimento, educazione e cura, da suddividere proporzionalmente tra i genitori. Infine, il diritto successorio tra ex coniugi si estingue con il divorzio, salvo eventuali disposizioni testamentarie. Tuttavia, in specifici casi, l’ex coniuge economicamente più debole può vantare diritti su una quota della pensione di reversibilità. Questi diritti mirano a garantire un equilibrio post-coniugale, bilanciando interessi personali e familiari.

Lavoro: ecco quando l'ex coniuge può avere diritto a una parte del TFR

Non tutti sanno che ci sono dei casi in cui l'ex coniuge ha diritto a una parte del TFR, e cioè il trattamento di fine rapporto, conseguito al termine di rapporto di lavoro. Un noto esperto di diritto matrimoniale, l'avvocato divorzista Matteo Ruffinotti, ha spiegato sulle sue pagine social in quale caso. In particolare, l'esperto ha rivelato che, qualora uno o una dei due coniugi sia solo separato o separata, non ha alcun diritto sul TFR dell'ex coniuge. È diverso, invece, il caso in cui essi siano divorziati. In questo caso, spiega l'esperto, l'articolo 12 bis della legge sul divorzio prevede che il coniuge divorziato, titolare di un assegno di divorzio, abbia diritto a una quota del TFR percepito dall'altro, all'atto della cessazione del rapporto di lavoro. Tale quota corrisponde al 40%, al netto delle imposte, dell'indennità percepita.

C'è, però, una cosa a cui bisogna fare attenzione: l'avvocato ha, infatti, precisato che la quota farà riferimento solo agli anni in cui il rapporto di lavoro è coinciso con il legame matrimoniale. Se il TFR è maturato prima della domanda di divorzio, e cioè durante la convivenza o la separazione, il coniuge non potrà avanzare alcuna pretesa in merito, e il discorso è lo stesso se il richiedente si è risposato.

Coniuge TFR
La divisione dei beni dopo il divorzio.