Non il fatturato, ma il reddito: ecco qual è l'obiettivo al quale deve puntare chi ha la Partita IVA, e per quale motivo, secondo un noto commercialista, il dottor Massimiliano Allievi.
La partita IVA è uno strumento essenziale per chi decide di lavorare in proprio o avviare un’attività imprenditoriale. È obbligatoria per professionisti, freelance, commercianti e imprenditori che svolgono attività economiche continuative. Attraverso la partita IVA, il lavoratore è identificato fiscalmente e può emettere fatture per i servizi o i beni venduti, adempiendo agli obblighi tributari. Il fatturato rappresenta il totale delle entrate generate dall’attività nell’arco di un periodo di tempo, solitamente un anno. Non corrisponde al guadagno netto, poiché da esso devono essere sottratte le spese sostenute, come costi operativi, contributi previdenziali e imposte.
In ogni caso, il fatturato è un indicatore fondamentale per valutare la salute economica di un’attività. Ci sono, poi, i ricavi e i compensi, che, nel caso dei regimi fiscali agevolati come il regime forfettario, determinano l’accesso o la permanenza nel regime stesso. Per esempio, nel regime forfettario italiano, il limite di ricavi e compensi è fissato a 85.000 euro annui. La gestione della partita IVA richiede una pianificazione accurata, poiché implica responsabilità come il versamento dell’IVA, ove applicabile, e la dichiarazione annuale dei redditi. Monitorare costantemente il fatturato, i ricavi e i compensi, permette di prevenire situazioni di squilibrio finanziario e di rispettare i limiti normativi. In sintesi, la partita IVA e il fatturato sono due concetti chiave per chi lavora autonomamente. Una corretta gestione fiscale e una consapevolezza finanziaria sono fondamentali per garantire la sostenibilità dell’attività nel lungo termine.
Partita Iva: non il fatturato, ma il reddito è l'obiettivo fondamentale. I dettagli
Nonostante il fatturato sia un indicatore fondamentale, l'obiettivo di chi ha la partita IVA non dovrebbe essere quello di massimizzare il fatturato, ma di massimizzare il reddito. A spiegarlo è stato un noto esperto e commercialista, il dottor Massimiliano Allievi. In particolare, infatti, Allievi ha spiegato che il fatturato conta, e, infatti, quando questo aumenta, c'è già un'indicazione positiva. Questo, però, non basta: l'esperto sottolinea, infatti, che, alla fine del mese e alla fine dell'anno, l'imprenditore non deve solo calcolare il fatturato, ma determinare la differenza tra il fatturato stesso e i costi sostenuti. Tra questi ultimi, il costo del personale, dell'affitto, delle utenze, dell'attrezzatura ecc.
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È il calcolo tra la differenza del fatturato e i costi sostenuti che fa capire veramente quanto è rimasto in tasca. Se, infatti, il fatturato è molto alto, ma anche i costi lo sono, il risultato sarà che il reddito effettivamente percepito sarà, indubbiamente, più basso di quanto ci si potrebbe aspettare guardando solo al volume d'affari. È quello di avere un guadagno dalla sua attività, dunque, il vero obiettivo dell'imprenditore. Nonostante ciò, però, dipende tutto dalle fasi dell'attività: in alcuni casi, conclude il commercialista, il reddito dovrebbe contare meno.