Novità fondamentale sul regime forfettario: con la legge di bilancio del 2025, infatti, è stato aggiornato un limite importante. Un noto esperto ha spiegato di cosa si tratta.
Nel mondo del lavoro, è fondamentale distinguere tra lavoro dipendente, lavoro autonomo con partita IVA e con regime forfettario, poiché ciascuna modalità implica diritti, doveri e regimi fiscali differenti. Il lavoro dipendente è caratterizzato da un rapporto subordinato tra il lavoratore e il datore di lavoro. Il dipendente riceve una retribuzione stabilita contrattualmente e beneficia di garanzie come ferie, malattia, TFR (trattamento di fine rapporto) e contribuzione previdenziale a carico dell’azienda. Inoltre, le imposte vengono trattenute direttamente dalla busta paga, semplificando gli adempimenti fiscali per il lavoratore. La partita IVA, invece, è lo strumento utilizzato dai lavoratori autonomi e dai liberi professionisti per gestire la propria attività. A differenza del dipendente, il titolare di partita IVA opera in modo indipendente, gestendo il proprio tempo e i rapporti con i clienti.
Tuttavia, è tenuto a occuparsi personalmente degli obblighi fiscali, come la dichiarazione dei redditi, il pagamento dell’IVA e dei contributi previdenziali. I costi di gestione e i rischi economici gravano interamente sul professionista. Il regime forfettario è un’opzione fiscale semplificata riservata alle partite IVA che rispettano determinati requisiti, come un fatturato annuo non superiore a 85.000 euro. Questo regime consente di beneficiare di una tassazione agevolata, con un’imposta sostitutiva al 15% (ridotta al 5% nei primi anni di attività) e semplificazioni burocratiche, come l’esonero dall’applicazione dell’IVA. In sintesi, il lavoro dipendente offre stabilità e tutele, la partita IVA garantisce autonomia, e il regime forfettario rappresenta un’opportunità conveniente per i piccoli imprenditori e professionisti che desiderano ridurre la pressione fiscale.
Regime forfettario: ecco cosa cambia nel 2025 e chi ne beneficerà
Negli ultimi mesi, si è parlato molto della modifica del limite del fatturato annuo per il regime forfettario: in particolare, si pensava che questo potesse essere alzato da un fatturato di 85.000 euro annui a un fatturato di 100.000 euro annui. Per ora, però, tale limite non è stato modificato: secondo la legge di bilancio del 2025, infatti, il limite resta quello di 85.000 euro. C'è, però, stata una modifica importante, che andrà a beneficiare una fascia precisa di lavoratori, e cioè i dipendenti che percepiscono un reddito che va dai 30.000 euro ai 35.000 euro lordi. Come spiegato da un noto commercialista, il dottor Massimiliano Allievi, infatti, anche i lavoratori dipendenti possono passare al regime forfettario, qualora decidano di aprire anche un'attività di lavoro autonomo. Fino al 2024, però, potevano farlo solo coloro che avevano un reddito annuo inferiore ai 30.000 euro lordi.
A partire dal 2025, il limite è stato alzato a 35.000 euro. L'esperto consiglia, dunque, ai dipendenti che volessero aprire il regime forfettario, di controllare quanto hanno guadagnato nel 2024. Anche qualora stiano sopra i 30.000 euro, ma sotto i 35.000 euro, potranno, da quest'anno, richiedere la partita IVA in regime forfettario. Bisogna, però, fare attenzione a un aspetto importante: questo limite, sottolinea l'esperto, per ora, vale solo per quest'anno. Nel 2026, infatti, potrebbe essere riabbassato: si attendono ulteriori aggiornamenti e dettagli su questa situazione.
Visualizza questo post su Instagram