Keybox per affitti brevi vietate dal Ministero degli Interni, cosa rischia chi continua ad usarle

La recente decisione del Ministero dell’Interno italiano ha portato una svolta significativa nel settore degli affitti brevi: il divieto di utilizzo delle keybox e del self check-in. Questa normativa, introdotta per garantire una maggiore sicurezza, impone ai gestori delle strutture ricettive di identificare personalmente gli ospiti. Una misura che punta a contrastare problematiche legate al turismo di massa e alla sicurezza pubblica, in vista di eventi internazionali come il Giubileo del 2025.

Ma cosa rischiano coloro che decidono di ignorare queste nuove regole? Le conseguenze non sono soltanto amministrative, ma anche legali e reputazionali, e potrebbero mettere seriamente a rischio la sopravvivenza stessa di molte attività nel settore.

Sanzioni amministrative e responsabilità penale per chi viola il divieto

I gestori che continuano a utilizzare le keybox o sistemi simili rischiano di incorrere in pesanti sanzioni amministrative, in particolar modo se l'host è recidivo. Le multe previste possono variare a seconda della gravità della violazione e delle regolamentazioni locali, ma il rischio di provvedimenti più gravi, come la sospensione o revoca della licenza, è concreto per chi viola la legge più di una volta. La situazione diventa ancora più critica se l’utilizzo delle keybox facilita attività illecite o mette in pericolo la sicurezza degli ospiti e delle comunità circostanti.

Secondo la circolare, la mancata identificazione personale degli ospiti è una violazione diretta della normativa. Questo espone i gestori a responsabilità penale in caso di incidenti o reati commessi dagli ospiti, soprattutto se dimostrabile che la violazione normativa ha avuto un ruolo diretto nell’accaduto. La legge, infatti, non ammette giustificazioni tecnologiche: l’identificazione deve essere effettuata fisicamente, senza l’ausilio esclusivo di sistemi automatizzati.

Rafforzamento dei controlli: le autorità sono in azione

Il divieto delle keybox non si limita a un obbligo formale: è accompagnato da un potenziamento dei controlli sulle strutture ricettive. Le autorità locali e le forze dell’ordine sono ora impegnate in verifiche più frequenti e approfondite per assicurarsi che le nuove normative vengano rispettate. Questo implica che ogni infrazione, anche minima, ha maggiori probabilità di essere individuata e sanzionata.

Ad aggravare la situazione, l’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN) nel 2025 renderà ancora più semplice tracciare le irregolarità. Questo codice univoco, obbligatorio per ogni struttura ricettiva, punta non solo a migliorare la trasparenza fiscale, ma anche a ridurre il fenomeno dell’abusivismo nel settore.

Impatti sulla reputazione: la fiducia dei clienti è a rischio

Oltre alle conseguenze legali, chi decide di ignorare le nuove regole rischia di subire danni irreparabili alla propria reputazione. In un mercato sempre più competitivo, la fiducia dei clienti è fondamentale. Continuare a utilizzare le keybox in violazione della legge potrebbe generare recensioni negative, portando a una riduzione delle prenotazioni e, in alcuni casi, all’esclusione da piattaforme di prenotazione online come Airbnb o Booking.com.

Non solo il divieto di usare le keybox: per chi lavora nel settore degli affitti brevi sono in arrivo altre restrizioni
Non solo il divieto di usare le keybox: per chi lavora nel settore degli affitti brevi sono in arrivo altre restrizioni

Gli ospiti, infatti, sono sempre più attenti alla sicurezza e alla trasparenza delle strutture in cui scelgono di soggiornare. La percezione di una gestione poco professionale o di un potenziale rischio per la loro privacy e sicurezza potrebbe spingerli a optare per soluzioni più conformi alle normative.

Verso un futuro più regolamentato: un’opportunità per il settore

Se da un lato le nuove normative rappresentano una sfida per molti gestori, dall’altro offrono l’opportunità di ridefinire gli standard del settore. Un sistema di identificazione manuale e l’introduzione del CIN contribuiranno a creare un mercato più equo e sicuro, favorendo i professionisti che operano in conformità alle regole e garantendo un’esperienza migliore agli ospiti. Adattarsi al cambiamento può sembrare complicato, ma è una scelta obbligata per evitare sanzioni, responsabilità legali e danni alla reputazione. Il futuro degli affitti brevi in Italia passa per la sicurezza e la trasparenza: due elementi imprescindibili per continuare a competere in un mercato in continua evoluzione.