Un influencer italiana che vive in Giappone ha mostrato come viene venduta la frutta. Poi, ha fatto anche un paragone, non del tutto ottimista, con l'Italia.
Il Giappone è un Paese in cui si può incontrare un mix unico tra modernità e tradizione. I wc ultratecnologici, i treni ad alta velocità e l'automazione vanno a braccetto con le geishe e gli antichi usi e costumi, come quello di inchinarsi per salutare. Forse è proprio questo mix unico ad attirare sempre più turisti italiani nel Paese del Sol Levante. Molti connazionali decidono addirittura di trasferirsi a vivere in Giappone. Come nel caso di un giovane ragazza italiana che racconta il Giappone tramite la pagina social Il mio viaggio in Giappone.
Ogni giorno, l'influencer condivide sui suoi canali contenuti social esclusivi e originali. Uno dei suoi ultimi video riguarda un particolare metodo di vendita che si può incontrare in Giappone. La ragazza si è anche lasciata sfuggire un paragone con l'Italia dove, al contrario, è molto difficile trovare qualcosa del genere.
Frutta in Giappone: la rivelazione dell'influencer
L'attenzione della ragazza, durante una passeggiata, è stata attirata da un negozio di frutta e verdura del tutto particolare. In realtà, si tratta di un piccolo negozio che vende anche altri prodotti. In ogni caso, ciò che ha stupito la ragazza è la modalità di vendita di alcuna merce. All'esterno del negozio, si trovano dei contenitori con all'interno alcuni prodotti come arance e funghi. Attaccati ai contenitori ci sono dei recipienti con un buco per le monetine. Chi vuole acquistare quel prodotto, può prendere la busta, mette la monetina nel recipiente e il gioco è fatto. "C'è una fiducia nel prossimo che, secondo me, è assurda", afferma la giovane.
"Ora ditemi voi se, in Italia, questa cosa potrebbe essere possibile", chiede provocatoriamente l'influencer ai suoi follower. Poi, la ragazza spiega che da noi in Italia la cosa potrebbe prendere una piega spiacevole. Per esempio, un passante furbo potrebbe prendere le arance e andare via senza pagare. Oppure, peggio ancora, potrebbe rubarsi il recipiente con le monetine. La ragazza è convinta che in Italia un metodo di vendita del genere non potrebbe funzionare. In effetti, il Giappone, tra le altre cose, è noto anche per l'elevato livello di civiltà della sua popolazione. Dell'Italia, purtroppo, non possiamo dire lo stesso. Forse, una soluzione del genere potrebbe funzionare nei piccoli centri abitati ma nelle grandi città i commercianti, molto probabilmente, non sarebbero disposti a prendersi un rischio così grande.