Il professore di fisica Vincenzo Schettini ha condiviso sui social un video in cui spiega perché non conviene bere caffè quando si ha il jet lag dopo un viaggio in aereo intercontinentale.
In un mondo sempre più interconnesso e globalizzato, viaggiare da una parte all'altra del globo sta diventando sempre di più la normalità. Gli aerei, infatti, ci permettono di percorrere enormi distanze in periodi di tempo relativamente breve. Così, per esempio, è possibile arrivare in Giappone in circa 12 ore e negli Stati Uniti d'America in circa 10 ore. Tuttavia, questi viaggi intercontinentali, sebbene molto comodi, hanno anche un rovescio della medaglia.
Come probabilmente avete capito, stiamo parlando del jet lag. Questo fenomeno è comune a tantissimi viaggiatori e, per questo, il professore di fisica Vincenzo Schettini ha voluto dare dei preziosi consigli per superarlo il prima possibile. Vincenzo Schettini, diventato famoso sul web, sta per approdare in tv con un suo programma su Rai2 e, nel frattempo, continua a deliziare gli utenti di Internet, applicando le leggi della fisica alla vita quotidiana.
Caffè è jet lag: il consiglio del prof di fisica
Innanzitutto, Vincenzo Schettini ha spiegato come mai esiste il jet lag. Le cause di questo fenomeno sono da ricercare nel fatto che non tutte le parti della Terra sono illuminate dal sole contemporaneamente. Per questo motivo, l'uomo, per convenzione, ha creato i fusi orari, che hanno un'ampiezza di 15° di longitudine. "Le nazioni che si trovano all'interno di uno stesso fuso orario hanno la stessa ora mentre tra un fuso e quello adiacente c'è un'ora di differenza", spiega il professore. Quindi, continua Vincenzo Schettini, il jet lag è un disturbo legato al cambiamento di uno o più fusi orari. Quando facciamo viaggi intercontinentali, quindi, il nostro orologio biologico risulta sballato e, per esempio, quando dovrebbe essere notte, in realtà è pieno giorno.
Ma come fare per abituarsi al cambio d'orario il prima possibile. Vincenzo Schettini consiglia di dormire e riposare quanto più possibile in viaggio. Poi, spiega che una volta atterrati è consigliabile stare all'aperto per accogliere le ore di luce naturale. Bisogna anche stare attenti alle bevande zuccherate e al caffè che contribuiscono a intensificare lo squilibrio del nostro orologio biologico. "Infine, modifichiamo lentamente i nostri orari nelle settimane precedenti, andando a dormire un po' prima o un po' dopo", conclude il prof. Vincenzo Schettini. Insomma, alla fine basta davvero poco per superare questo disturbo che può rendere spiacevoli le prime ore in un Paese dall'altra parte del mondo.
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