Lorde a Bologna, prima soccorre un fan e poi canta tra il pubblico: cronaca di un concerto/terapia di gruppo

Durante il concerto a Bologna, Lorde ha detto ai fan presenti che le canzoni e l’intero spettacolo sono anche e soprattutto loro. Chi vi ha partecipato, sa che, nel suo caso, non è una frase fatta.

Nel 2013, una giovanissima cantante neozelandese, di appena 16 anni, ha conquistato le radio di tutto il mondo con un brano decisamente non convenzionale, sia per la sua produzione minimalista e bizzarra, che per la voce sorprendentemente bassa e roca dell’interprete (e autrice). La canzone si intitolava ‘Royals‘, mentre il nome dell’artista è Ella Yelich-O’Connor, in arte Lorde. Dodici anni dopo, due Grammy Awards e svariati dischi d’oro, platino e addirittura diamante, quella peculiare, ma estremamente carismatica, adolescente, è un’artista di quasi trent’anni, con alle spalle una carriera internazionale che dura da quasi metà della sua vita, e con un’enorme schiera di fan, pronti a supportarla con ogni nuovo lavoro discografico e in ogni suo concerto.

E il senso di comunità, tra il pubblico e la sua beniamina, è uno degli highlights del concerto tenutosi sabato scorso, 29 novembre 2025, all’Unipol Arena di Bologna. A un pubblico di circa 18.000 persone, che ha riempito completamente il palazzetto di Casalecchio di Reno, in effetti, Lorde ha detto che il concerto, più che suo, era di tutti coloro che vi hanno partecipato. Fan che, come ha sottolineato l’artista, provenivano da tutte le regioni italiane e non solo. Ad esempio, nel parterre si sentiva parlare molto portoghese e spagnolo, anche perché per l’Ultrasound World Tour, l’artista neozelandese di origini (e cittadinanza) croate non ha previsto date nei due paesi iberici. Migliaia di fan, dicevamo, che hanno ballato, cantato e si sono emozionati con lei. A tal punto che il concerto che si è trasformato in una vera terapia di gruppo.

Lorde a Bologna: una terapia di gruppo musicale

Coreografie, giochi di luce, maxi-schermi, strutture imponenti come un grosso cerchio illuminato, persino un tapis-roulant. Gli elementi tipici dei concerti pop c’erano tutti, eppure il concerto di Lorde è stato tutt’altro che ordinario. Forse, perché i ballerini erano due, e più che numeri di Broadway, le loro coreografie assomigliavano a numeri di arte performativa, e forse anche perché, a differenza di grandi dive come Lady Gaga o Katy Perry (per nominare due popstar che si sono esibite recentemente in Italia), Lorde non si pone come una ‘super-woman‘ che può e riesce a fare tutto, ma come una persona normale, che dà lo stesso contributo alla riuscita dello show che danno gli altri elementi, pubblico compreso.

Lorde concerto Bologna
Alcuni momenti del concerto.

L’amore sincero per il pubblico è stato percepito più volte. Durante alcune esibizioni, infatti, l’artista ha notato che alcuni fan non si sentivano bene, e ha chiesto ai soccorsi di aiutarli. Durante la performance di Green Light, Lorde ha addirittura interrotto la canzone, ricominciandola poi dall’inizio, solo essersi dopo accertata che la persona che ha accusato il malore fosse stata soccorsa e stesse bene. Ha, inoltre, dialogato spesso con il pubblico, sottolineando di aver visto molti dei fan presenti in altri suoi concerti. E, di fatto, di averli visti crescere. Durante la performance di David, poi, l’artista è scesa dal palco e ha cantato in mezzo ai fan, che, così, sono diventati realmente protagonisti dello spettacolo.

Le esibizioni più emozionanti

Il concerto, che è durato circa due ore, è stato diviso in quattro atti, più un encore. La scaletta ha previsto ben 24 canzoni, provenienti dai quattro album rilasciati dall’artista. In particolare, Lorde ha cantato tutti i brani dell’ultimo album, Virgin, uscito nel 2025, e sei brani dal suo disco più elogiato, Melodrama. Tra le performance più memorabili, quella di Shapeshifter, in cui la sua sagoma 3D e pixelata veniva scomposta e ricomposta in maniera atipica e affascinante. O anche quella di The Louvre, con un climax finale in cui la cantante e i ballerini si arrampicano su una struttura e lei accende un fumogeno.

E ancora, Supercut, durante cui Lorde ha corso sul tapis-roulant. E Clearblue, che ha cantato, come nell’album, con un effetto vocale prodotto dall’harmonizer, e avvolta da un fascio di luce blu. Ancora più emozionante l’encore, durante cui Lorde ha cantato su un palchetto, installato al centro del parterre, senza barriere che la separassero dal pubblico.

Un encore in cui Lorde ha, prima, fatto una sorpresa ai fan bolognesi, cantando per la prima volta nel tour Hard Feelings. Poi, l’artista è tornata alle sue origini, con Ribs, un commovente brano tratto dal primo album, Pure Heroine. “And I’ve never felt more alone“, canta Lorde nella ballad, ma la sensazione avvertita dal pubblico, in quel momento, era l’opposto della solitudine. Capiti, amati, parte di un qualcosa di più grande. È così che la popstar ha fatto sentire i suoi fan, al termine di un’esperienza molto più che musicale. Unica.