Un episodio bizzarro, che sembra uscito da una commedia, sta facendo discutere il web. Una donna ha raccontato su Reddit di aver ricevuto una richiesta di risarcimento di 40.000 euro dal suo vicino di casa. Il motivo? Secondo lui, il suo WiFi “invaderebbe” lo spazio aereo comune del condominio, configurando una sorta di “sconfinamento elettromagnetico”. La storia, al confine tra il surreale e il legale, ha subito attirato l’attenzione degli utenti. C’è chi ha reagito con ironia, chi con sconcerto, e chi ha provato a capire se esiste davvero un fondamento giuridico dietro questa richiesta.
La lettera sotto la porta e la richiesta da 40.000 euro
Secondo quanto riportato dalla donna, il vicino avrebbe fatto scivolare sotto la porta una lettera “certificata” nella quale chiedeva un risarcimento di circa 47.000 dollari (pari a 40.000 euro). Nella lettera, l’uomo sosteneva che il WiFi della donna “trasmette onde radio attraverso il corridoio”, violando il suo “diritto all’uso esclusivo dello spazio d’aria condominiale”.
Per rendere tutto più credibile, avrebbe allegato diagrammi, presunte misurazioni di frequenze e riferimenti a leggi sulla proprietà aerea. Non solo: nel testo dichiarava di aver calcolato la cifra richiesta sulla base di un “tariffario” di 1 dollaro per ogni piede cubo d’aria “occupato” dai segnali WiFi, su un periodo di tre anni.
La donna, confusa e incredula, ha spiegato di aver chiesto al suo proprietario di casa come comportarsi. La risposta è stata semplice: “Ignora quella lettera”. Tuttavia, la preoccupazione per eventuali azioni legali l’ha spinta a cercare pareri online.
Il web si divide tra sarcasmo e incredulità
Il post ha scatenato centinaia di commenti. Alcuni utenti hanno preso la questione con ironia, suggerendo risposte creative al vicino: “Mandagli una controlettera in cui lo accusi di monitoraggio illegale dei segnali WiFi e chiedi il doppio come risarcimento”, ha scritto qualcuno.
Altri hanno fatto notare che la lettera non poteva essere davvero certificata: “Una lettera infilata sotto la porta non è una raccomandata. Solo il servizio postale può consegnarla in quel modo”, ha spiegato un ex dipendente delle poste americane.

Qualcuno ha anche scherzato sull’idea di “rispondere per le rime” con fantasia: “Scrivigli che hai dipinto i muri con una vernice che blocca le onde WiFi e che nessuna delle tue preziose onde potrà mai raggiungerlo”.
Ma lo “sconfinamento elettromagnetico” esiste davvero?
Il concetto di “trespass” (ovvero invasione o violazione di proprietà privata) è reale in ambito legale, ma non ha nulla a che fare con le onde WiFi. Nella legislazione di Stati Uniti e Europa, il diritto alla proprietà aerea è limitato a uno spazio ragionevole sopra la superficie di un immobile, legato all’uso effettivo. Le onde radio, invece, sono regolate da autorità di telecomunicazione, non dai singoli cittadini.
In altre parole, nessuno può rivendicare un “possesso” esclusivo dell’aria attraversata da segnali WiFi. Si tratta di frequenze pubbliche, concesse in banda libera e condivisa, proprio per garantire la connettività domestica.
Al di là degli aspetti legali, il caso ha riacceso il dibattito sulla convivenza tra vicini di casa. Tra rumori, spazi comuni e questioni di privacy, non mancano mai le tensioni condominiali. Tuttavia, questa storia supera ogni limite di fantasia: un risarcimento per onde WiFi è qualcosa che nessun tribunale prenderebbe in considerazione. Alla fine, la maggior parte degli utenti ha consigliato alla donna di non preoccuparsi e di non rispondere. “È solo un tentativo maldestro di intimidazione”, ha scritto uno dei commentatori più votati. “Se davvero crede di avere ragione, che porti le prove davanti a un giudice. Ma forse la vera interferenza è solo nella sua testa”.
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