Scoprite Claudia Gerini in veste di regista, oltre che di attrice, per un meraviglioso film, disponibile su RaiPlay.
“Tapirulàn” segna il debutto alla regia di Claudia Gerini, un esordio maturo e intenso che la vede anche protagonista e coautrice della sceneggiatura. L’attrice romana costruisce un racconto intimo e misurato, capace di coniugare emozione e riflessione, confermando una notevole sensibilità artistica e una forte coerenza narrativa. Il film, disponibile su RaiPlay, rappresenta una delle opere più personali del recente cinema italiano.
La storia ruota attorno a Emma, una counselor che lavora da casa collegandosi con i propri pazienti attraverso videochiamate. La donna trascorre le sue giornate correndo sul tapis roulant, un gesto che diventa simbolo della sua fuga interiore e del bisogno di controllo. Mentre ascolta e guida le vite degli altri, Emma tenta di mantenere un fragile equilibrio tra l’apparente serenità professionale e un passato ancora irrisolto. La sua routine ordinata si incrina quando, dopo venticinque anni di silenzio, la sorella minore la contatta chiedendo aiuto per affrontare una questione familiare dolorosa. Il ritorno di quel legame perduto la costringe a guardare dentro sé stessa e ad affrontare traumi rimossi che riaffiorano con forza, mettendo a nudo la fragilità nascosta dietro la calma apparente.
Su RaiPlay, un film di e con Claudia Gerini
Il film di Gerini esplora la solitudine moderna, la difficoltà di comunicare e il peso del passato che spesso condiziona il presente. L’ambiente domestico, chiuso e silenzioso, diventa lo spazio mentale della protagonista: un luogo dove il confine tra corpo e mente si confonde, e dove ogni passo sul tapis roulant sembra avvicinarla a una verità dolorosa ma necessaria. Il ritmo regolare della corsa scandisce il tempo emotivo del racconto, in cui il movimento fisico si oppone alla staticità interiore, trasformandosi in una metafora di resistenza e di ricerca di sé.

“Tapirulàn” affronta temi di forte impatto come la resilienza, l’identità femminile e la capacità di affrontare il dolore. La protagonista, chiusa nel suo mondo fatto di schermi e confini autoimposti, incarna la condizione di molti individui che, pur circondati da connessioni digitali, vivono una profonda disconnessione emotiva. La regia sceglie uno stile asciutto, intimo e privo di orpelli, lasciando spazio ai silenzi e ai gesti minimi. Ogni inquadratura contribuisce a definire l’isolamento della protagonista, mentre la fotografia, dai toni freddi e neutri, riflette il distacco che domina la sua quotidianità.
Una grande prova artistica di Claudia Gerini
Il ritorno della sorella rappresenta la frattura decisiva: un varco che rompe l’autodisciplina di Emma e la spinge verso un percorso di rinascita interiore. Attraverso il dialogo e la sofferenza condivisa, il film mostra come la riconciliazione con il passato possa diventare la chiave per ricominciare. Senza mai cedere al melodramma, Gerini mantiene un tono misurato e profondo, capace di restituire complessità psicologica ai personaggi e credibilità alle loro emozioni. Come regista, protagonista e co-sceneggiatrice, Claudia Gerini dimostra una padronanza sorprendente dei linguaggi cinematografici. La sua direzione è precisa e consapevole, attenta ai tempi interiori più che all’azione esterna.
La costruzione della sceneggiatura, curata con sensibilità e rigore, regala un racconto coerente e carico di verità emotiva. Il risultato è un’opera che si distingue per autenticità e modernità, capace di parlare di vulnerabilità e ricerca personale senza retorica. “Tapirulàn”, ora disponibile su RaiPlay, è dunque un gran bel film d’esordio, e forse anche di più. È un ritratto umano e profondo, che indaga il rapporto tra isolamento e identità, tra corpo e mente, tra dolore e guarigione. Un’opera che invita a rallentare la corsa per ascoltare ciò che si nasconde nel silenzio, ricordando che solo attraversando il proprio passato è possibile ritrovare sé stessi.
