In Lombardia, c’è un giardino meraviglioso da visitare: sembra Parc Güell di Antoni Gaudì, ma è in provincia di Sondrio. Ecco tutti i dettagli.
Antoni Gaudí, genio del modernismo catalano, ha trasformato l’architettura in una forma d’arte viva, capace di fondere natura, fede e immaginazione. Le sue curve organiche, ispirate a ossa, piante e montagne, rompono la rigidità dell’architettura tradizionale e celebrano la libertà delle forme. I mosaici di trencadís e l’uso sapiente della luce rendono le sue opere visivamente vibranti e profondamente simboliche. A Barcellona, dove si concentra la maggior parte dei suoi capolavori, ogni edificio (dalla Sagrada Familia a Casa Batlló, dal Parc Güell alla Pedrera) racconta una visione spirituale e poetica della città. Questo amatissimo artista ha ispirato tanti altri artisti internazionali, tra cui l’italianissimo Nicola Di Cesare. Come rivelato da Cristina Puleo e Andrea Razeto, i due travel creator di Borghi Ingordi, questo bravissimo artista italiano ha realizzato un meraviglioso giardino a Grosio, in provincia di Sondrio, ispirato alle opere di Gaudì, che si trovano in Spagna.
Nel cuore della Valtellina, a Grosio, sorge questo luogo sorprendente, che sembra uscito da un sogno mediterraneo. Il suddetto artista, che è autodidatta, ha letteralmente trasformato la propria casa in un universo di forme sinuose e colori brillanti, ispirandosi al genio di Gaudí ma con un’anima tutta italiana. Con pazienza e inventiva, spiegano i content creator, Nicola ha dato nuova vita a materiali di recupero – bottiglie, ceramiche, sassi, conchiglie – creando un mosaico poetico e personale. Il suo è un giardino onirico, aperto a chiunque voglia lasciarsi incantare da un’arte spontanea, nata non per stupire ma per esprimere meraviglia autentica. Visitabile in maniera completamente gratuita, questo luogo rappresenta un piccolo capolavoro di arte popolare contemporanea nel cuore della Lombardia.
Il giardino del Gaudì italiano e non solo: weekend di novembre meraviglioso in Valtellina
Per chi volesse trascorrere un weekend in Valtellina, in questo mese di novembre, e visitare anche il giardino di Nicola Di Cesare, abbiamo un itinerario di due giorni, completo e meraviglioso. Un fine settimana in Valtellina è un invito a scoprire una terra autentica, dove la montagna si unisce alla creatività e ai sapori forti della tradizione. Novembre è il mese ideale per viverla nella sua veste più intima, tra colori caldi, silenzi e tavole imbandite. Il viaggio inizia a Sondrio, cuore della valle, dove il centro storico accoglie con le sue piazze, i palazzi antichi e i musei civici.

Passeggiando lungo la Via dei Terrazzamenti, si attraversano vigneti dorati e muretti a secco che raccontano secoli di lavoro contadino. È il luogo perfetto per lasciarsi incantare dal foliage autunnale, mentre il profumo di mosto e legna arsa riempie l’aria. A pranzo, l’esperienza sensoriale continua con i pizzoccheri, gli sciatt e la bresaola valtellinese, piatti che esprimono l’anima concreta di queste montagne, accompagnati dai rossi intensi dello Sforzato. Il pomeriggio invita all’esplorazione: la Val Masino e la Val di Mello offrono boschi silenziosi e panorami che paiono dipinti, ideali per chi cerca quiete e bellezza naturale. La sera si chiude con la polenta taragna, il Bitto e la bisciola, dolce di frutta secca che sa di casa e memoria.
La seconda giornata
Il secondo giorno è dedicato alla meraviglia di Grosio, borgo artistico che unisce passato e fantasia. Qui, il Parco delle Incisioni Rupestri custodisce migliaia di disegni preistorici incisi nella roccia, accanto ai resti dei castelli medievali che dominano la valle. Poco più in là, un’altra sorpresa attende i visitatori: il giardino di Nicola Di Cesare, il “Gaudí di Grosio”. Questo artista autodidatta ha trasformato il suo cortile in un labirinto di mosaici colorati, archi e sculture curvilinee, creati con materiali di recupero e un’immaginazione senza limiti. È un luogo libero e poetico, dove ogni dettaglio racconta la forza del fare con le mani e la gioia del creare.
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Dopo un pranzo semplice ma ricco, con taroz, gnocchetti di Chiavenna e mieli locali, il pomeriggio può proseguire tra i sentieri panoramici o i borghi vicini, come Tirano, dove si respira ancora l’autenticità della montagna lombarda. Questo itinerario unisce arte visionaria, storia millenaria e sapori alpini, offrendo un’esperienza completa e armoniosa: un viaggio lento tra cultura e natura, dove la Valtellina svela il suo volto più sincero e sorprendente.
